Al Teatro Carignano è andato in scena lo spettacolo La Locandiera, con Sonia Bergamasco, regia di Antonio Latella.
Lo spazio della scena, pur occupato da una scenografia fissa, rende l’idea della locanda in tutte le sue declinazioni: luogo d’incontro e conversazione ma anche di ristoro ed intimità.
In alto sono posti dei neon, e la sensazione è quasi di trovarsi in un laboratorio. Lo spettatore è forse chiamato ad osservare un esperimento.
I personaggi si muovono come all’interno di una scatola e la luce che trema si fa prima intensa e poi debole, scandisce le attese, sospende il tempo dell’esperimento.
È in quel momento che lo spettatore-osservatore vede concludersi l’azione presente e sente di poter prevedere, sulla base delle proprie aspettative o conoscenze pregresse, l’azione successiva.
Pur avendo conquistato il Conte, Mirandolina sceglierà di sposare Fabrizio, lo sappiamo. Eppure qualcuno nel pubblico ha sperato fino alla fine che la locandiera facesse una scelta diversa.
Mirandolina, seppur viva nel corpo delicato e leggero di Sonia Bergamasco, non può essere pensata adatta ad altri posti che non siano la locanda. Lì sono salde le radici della sua esistenza.
Silvia Picerni
La locandiera di Carlo Goldoni
con Sonia Bergamasco
e con Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Annibale Pavone, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo
regia: Antonio Latella
dramaturg: Linda Dalisi
scene: Annelisa Zaccheria
costumi: Graziella Pepe
musiche e suono: Franco Visioli
luci: Simone De Angelis
Teatro Stabile Dell’Umbria