Unico atto politico
Lo scorso 4 giugno, presso il Teatro Gobetti, si è tenuta la conferenza stampa della stagione 2024/2025 del Teatro Stabile di Torino, dal titolo “Atto Unico”. Un anno di festeggiamenti, giacché ricorrono i 70 anni del Teatro Stabile di Torino e i 50 anni del Centro Studi. Settant’anni come settanta sono gli spettacoli che verranno messi in scena, come sottolinea il direttore, Filippo Fonsatti.
Per festeggiare questo compleanno non potevano mancare i sodalizi più importanti degli ultimi anni: Filippo Dini dirige ed interpreta, insieme a Milva Marigliano e Mariangela granella, I parenti terribili di Jean Cocteau; Kriszta Székely dirige Valerio Binasco, Laura Curino, Mariangela Granelli, Simone Luglio e Marcello Spinetta in Il costruttore Solness; Gabriele Vacis con i PoEM porta La trilogia dei libri antico testamento; Alessandro Serra, invece, rivisita Sofocle con il suo Tragudia.
Valerio Binasco inaugura la stagione al Teatro Carignano con Cose che so essere vere, di Andrew Bovell. Sul palco lo troveremo accompagnato da Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Stefania Medri, Fabrizio Costella e il Premio Duse 2023, Giuliana De Sio. Metterà in scena anche un reading di Ernesto Franco, Usodimare.
Leonardo Lidi, invece, conclude la sua trilogia su Čechov con la maratona Progetto Čechov, dove troviamo la ripresa de Il gabbiano, Zio Vanja e la sua nuova regia, Il giardino dei ciliegi. Lidi metterà in scena anche La gatta sul tetto che scotta, di Tennessee Williams, con Valentina Picello.
Tornano Toni Servillo e Giuseppe Montesano in Tre modi per non morire; Antonio Latella con la sua La Locandiera, di Carlo Goldoni; Natalino Balasso e Michele Di Mauro, diretti da Gabriele Russo per La grande magia di Eduardo De Filippo; Davide Livermore porta Il viaggio di Victor. Non poteva mancare la regia di Massimo Popolizio in I ragazzi irresistibili, con Umberto Orsini e Franco Branciaroli.
Poi ancora Alessandro Haber, diretto da Paolo Valerio in La coscienza di Zeno; Gabriele Lavia con Lungo viaggio verso la notte; Stefano Massini con il suo monologo, Mein Kampf; Arturo Cirillo con il suo Don Giovanni, Emma Dante, con Re Chicchinella, ma neanche Roberto Andò con il suo Sarabanda, di Ingmar Bergman, con Renato Carpentieri. Vedremo anche il nuovo testo di Emanuele Aldrovandi, Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro , e i Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa con Le baccanti di Euripide. Massimiliano Civica, invece, dirige una delle migliori commedia di Neil Simon, Capitolo Due.
Grande attesa per Giuseppe Battiston, diretto da Paola Rota in La valigia, di Sergej Dovlatov. Marta Cortellazzo Wiel si misurerà con Prima Facie, di Suzie Miller. Fortunata è l’uscita dalla Scuola per attori per Diego Pleuteri, che vedrà la sua drammaturgia per Madri, regia di Alice Sinigaglia, Festa grande di aprile, di Franco Antonicelli, regia di Giulio Graglia, Appello all’Europa, di Stefan Zweig, regia Micol Jalla.
Dopo il successo de La ragazza sul divano, torna al Teatro Carignano Pamela Villoresi, diretta da Luca De Fusco, in Guerra e pace. Altro grande successo, prima con il Festival Delle Colline Torinesi e poi durante la stagione del Teatro Astra, calca il palco del Carignano, Come gli uccelli, di Wajdi Mouawad, regia di Marco Lorenzi.
Naturalmente vedremo anche le new entry dell’équipe di registi del Teatro Stabile di Torino, Silvia Gribaudi con Suspended Chorus, in collaborazione con TORINODANZA, e Liv Ferracchiati, con La morte a Venezia, testo ispirato a Thomas Mann, e il suo Stabat Mater.
Tra le riprese troviamo Fred!, di e con Matthias Martelli, diretto da Arturo Brachetti; Sei personaggi in cerca d’autore, tratto da Luigi Pirandello, regia di Valerio Binasco, e Come nei giorni migliori, di Diego Pleuteri, regia di Leonardo Lidi.
Il progetto Prato Inglese, che chiude la stagione, quest’anno sarà affidato a Jurij Ferrini, che metterà in scena due testi di William Shakespeare, Racconto d’inverno e Pene d’amor perdute.
Tra le ricorrenze troviamo i 30 anni di Novecento, di Alessandro Baricco. Nel 1994, Gabriele Vacis dirigeva Eugenio Allegri, ad ottobre, invece, inaugurerà la stagione del Teatro Gobetti con i PoEM.
Confermate e attese le collaborazioni con TORINODANZA e il Festival Delle Colline.
Insomma, un cartellone ricco e variegato, con una forte base politica. Lo possiamo notare dalla scelta dell’immagine: una donna che tiene in braccio un oggetto di sterminio, trasformato in un giocattolo o in un vaso dal quale esce una delicatissima rosa.
Federica Mangano