È andato in scena, alla Casa del Teatro ragazzi e giovani, Il mostro di Belinda di Chiara Guidi e Vito Matera nell’ambito del progetto Tra infanzia e voce, realizzato insieme all’Università di Torino. Lo spettatore prende inconsapevolmente posto in uno spazio che poi, con l’inizio dello spettacolo, si trasformerà nella casa della Bestia.
Lo studio sulla voce operato da Chiara Guidi ci è evidente sin dai primi istanti: voce e testo ci invitano a “sentire”. In questo, la vista e gli altri sensi, sono inizialmente esclusi.
“Forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione”(Cantico dei Cantici 8, 6)
Le Pulsioni, secondo Freud, hanno come fine ultimo l’appagamento che porta allo sviluppo e alla crescita delle potenzialità adattive di quella parte dell’ego deputata al riconoscimento e all’attuazione del Principio di Realtà (L’IO).
In altre parole l’“Eros”, in quanto pulsione, per Freud indica una tendenza all’aggregazione una potenza creatrice strettamente legata alla libido che non solo diventa la forza creativa generatrice di vita ma che spinge l’essere umano verso un’integrità che in qualche modo lo definisce.
“Chi sono io?” questo chiede Edipo alla Sfinge.
Nello spettacolo Edipo. Una fiaba di magia vediamo un giovane soldato zoppicante che arriva dinanzi al velo della verità oltre il quale egli spera di trovare la risposta alla sua domanda esistenziale. Una volta risposto correttamente alla domanda della Sfinge egli strappa via il velo, bramoso di poter finalmente “possedere” la verità ma, trovando il Nulla, sconfortato e avvilito si accascia a terra, in un angolo, inerte come morto.
Sempre secondo Freud ciò che muove l’uomo non è e non può essere solo una pulsione libidica; dopo un’attenta osservazione Freud arrivò alla conclusione che, per esempio, nei comportamenti dei sadici e dei masochisti non c’è solo il piacere, ma anche una spinta alla distruzione, alla disgregazione. Freud approda così a una spiegazione della dinamica della società, basata sul contrasto tra i due principi della psiche umana, Eros e Thanatos.
Anche in Tutto Brucia c’è un velo sullo sfondo di un paesaggio devastato. Un velo pesante, denso, che rimanda alla consistenza di acque ataviche, amniotiche, dalle quali però vengono vomitati aborti, feti non compiutamente definiti, relitti di una società alla deriva, di maternità negate, di uomini bestia, di cadaveri bruciati che possono essere celebrati solo attraverso arcaici riti funebri di fagocitazione, fatti a pezzi e divorati per tornare a essere contenuti per sempre entro uteri sterili, profanati dalla violenza. Ancora una volta vita e morte, Eros e Thanatos.
Entrambi i lavori affondano le loro radici nel mito classico per raccontare la contemporaneità. L’uno -Edipo, per narrare l’aggregazione e la disgregazione di un’individualità; l’altra -Tutto Brucia, ispirato al mito delle Troiane, per narrare l’aggregazione e la disgregazione di una collettività.
Per capire “perché il mito?” dovremmo probabilmente prima provare a rispondere ad altri quesiti: cos’è un mito? Da dove viene? Come nasce? Cosa lo mantiene in vita nel tempo? In che direzione si muove? Fino a che punto lascia in noi un segno e fino a che punto siamo noi a lasciare un segno nel mito stesso? Una sintesi che può risultare efficace ai fini del nostro ragionamento la troviamo nelle TecheRai proprio nella sezione dedicata al mito:
“Il mito classico, in ogni epoca, ha costantemente esercitato la funzione di fissare archetipi di tutti i comportamenti umani e, proprio per questo, ha da sempre rappresentato uno degli elementi fondamentali per fornire una connotazione socioculturale ai vari periodi storici. I miti, infatti, pur basandosi su qualcosa di interamente rivelato, tendono a produrre una forza creatrice regolare e incessante sull’azione umana. […] Il mito determina e subisce tante proiezioni e trasformazioni nel tempo quante sono le vite e le menti che influenza. Pertanto, quando si impone nel contesto temporale di un dato periodo, il mito intesse rapporti di interdipendenza con la letteratura, l’arte, il teatro, la psicologia, i rapporti sociali, incarna scopi, tempi, luoghi e circostanze di fruizione, assurge e esegesi di modelli di comportamento quotidiano e dà vita a molteplici interpretazioni di sé stesso. In tal modo i grandi archetipi umani, si chiamino Edipo, Cassandra, Ecuba, (nomi modificati in funzione della trattazione – ndr) pur improntando su di sé i vari periodi storici con interpretazioni contingenti, assumono connotazioni perenni al di là di ogni epoca”.
Il fascino del mito e il ricorrere ai suoi paradigmi risultano perciò sempre attuali nel loro originario tentativo di risolvere il mistero dell’esistenza.
Interessante è inoltre notare come entrambe le pièce si siano affidate a terre desolate, alla polvere di una memoria che si tende a preservare come monito ma che sembra non essere sufficiente a evitare gli errori del passato.
Edipo entrerà nella terra afflitta da erosione e morte dove un tempo c’era “un prato fiorito” e dove la speranza di una rinascita è racchiusa nella promessa di una vendetta.
Anche nella tematica delle Troiane (Tutto Brucia), in quell’inferno statico di morte, dove tutto è già accaduto, la speranza sembra affidata alla sola certezza profetizzata della futura disfatta degli usurpatori.
In questo eterno conflitto tra Eros e Thanatos, in entrambi gli spettacoli, sembra avere la meglio la morte, la forza disgregativa. Dov’è finito Eros? Allora è necessario che Tutto Bruci, per far tornare in quelle fiamme l’ardore della passione, fiduciosi che quelle ceneri, innaffiate dalle lacrime, possano essere il giusto nutrimento per una terra “assopita” che possa ritornare ad essere un prato fiorito, perché il sacrificio non vada sprecato, perché la lezione appresa a caro prezzo non vada perduta.
Eros e Thanatos sono due facce della stessa medaglia e la Vita non può che esistere in questa frattura, su questa fragile e sottilissima linea tra Essere (assoluto ed eterno) e Non-Essere.
Vivere lo spettacolo di Chiara Guidi significa lasciarsi cullare, lasciarsi guidare nella storia dalle voci dei personaggi che la animano. Un curioso tubero, dalla voce limpida e sveglia. Un bulbo più roco, dei rami secchi con voce frusciante e un ragnetto dalla voce giovane e dispettosa. Un Tiresia-talpa con voce saggia e antica e un Creonte-uccello dalla voce profonda. Una roccia con voce avvolgente.
E infine – o forse innanzitutto – la voce suadente della Sfinge e quella squillante di un giovane.
Per il seminario In Atelier, Processi creativi e dinamiche di relazione nelle “compagnie d’arte”, la sala piccola della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino ospita la performance che corona la lectio mattutina Tra voce e infanzia tenuta da Chiara Guidi presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale. Il contesto raccolto e intimo Continua la lettura di Chiara Guidi, LA-VOCE-CHE-NON-C’E’. Performance conferenza nello spazio del”tra”→
Tra il 10 il 14 ottobre, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Torino, in collaborazione con l’Université Paris 8 e con l’Università Italo-francese/Université Franco-italienne, organizzerà presso la propria sede di Palazzo Nuovo (nonché negli spazi del Rettorato, della Cavallerizza Reale e di Casa del Teatro Ragazzi e Giovani) un imperdibile Seminario Internazionale di Teatro dal titolo In atelier. Processi creativi e dinamiche di relazione nelle “compagnie d’arte”, che coinvolgerà studiosi, formazioni teatrali e relatori provenienti da tutto il mondo. L’evento, coordinato da Eva Marinai, Giulia Filacanapa ed Erica Magris, si preannuncia come una preziosa occasione di approfondimento e sperimentazione, vista la nutrita kermesse di incontri, tavole rotonde, workshop e perfomance. Sono invitati a partecipare tutti gli studenti dell’ateneo e chiunque fosse interessato a scoprire qualcosa in più sul mestiere dell’attore e sulla lunga storia delle “famiglie teatrali”. Tutti gli incontri sono ad ingresso libero (fino ad esaurimento posti). Per iscriversi ai laboratori delle compagnie Gli Omini e Les Têtes de Bois è necessario prenotarsi, scrivendo a eva.marinai@unito.it (i posti sono in esaurimento). Sarà possibile assistere allo spettacolo di Chiara Guidi il 12/10 alle ore 21 presso Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, previa prenotazione (contattare la Segreteria al numero: 011/19740280).
Dopo il salto sarà possibile consultare il programma dettagliato del Seminario. Vi aspettiamo numerosi!
10 ottobre, ore 10.00-12.00 (Aula 7, 1° piano di Palazzo Nuovo, via sant’Ottavio 20) e ore 17.30-19.30 (Laboratorio Quazza, seminterrato di Palazzo Nuovo); 11 ottobre, ore 10.00-12.00 (Aula 7, 1° piano di Palazzo Nuovo)
Gli Omini Workshop sulla scrittura scenica a partire dai materiali raccolti in strada (racconti, testimonianze, gesti, suoni) condotto dalla Compagnia: Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini
Gli Omini vogliono condividere con gli studenti il proprio metodo di lavoro. La compagnia dal 2006 crea i propri spettacoli tramite una ricerca continua sul campo, un campo che è la strada principale di un paesino, il bar, la chiesa, le stazioni, i treni, le scuole, le bocciofile. Negli anni hanno accumulato una quantità enorme di quello che loro chiamano “materiale umano”, una serie di racconti, confessioni, sfoghi che la gente incontrata ha lasciato loro in regalo. Un materiale che è stato lo spunto di molti spettacoli. Spettacoli che hanno in comune, oltre al metodo di costruzione, una comicità amara, la voglia di far riflettere lo spettatore attraverso il riso. Nei due giorni di laboratorio gli Omini metteranno a disposizione parte del loro archivio e allo stesso tempo faranno in modo che gli studenti stessi diventino un po’ Omini, facendoli indagare, ascoltare, scegliere e scrivere, per mettere in scena un piccolo spaccato di realtà.
______________________________________________ 10 ottobre, ore 15.00-16.00 (Laboratorio Quazza, seminterrato di Palazzo Nuovo)
Teatro delle Ariette Incontro su Teatro naturale? Moi, le couscous et Albert Camus a Parigi – a cura di Giulia Filacanapa e Erica Magris. Con 7′ del video-documentario sulla compagnia, realizzato da Livia Giunti per il progetto PHC Galilée 2016 + ore 16.00-17.00: Focus su A. Camus e sulle “scritture sceniche” di L’étranger e Caligula Tavola rotonda: Stefano Pasquini e Paola Berselli, Franca Bruera, Eva Marinai, Armando Petrini
«Abbiamo deciso di fare questo spettacolo per parlare dell’oggi. E per parlare dell’oggi abbiamo pensato di raccontare una storia di
molti anni fa, quando avevo 17 anni. L’incontro con l’amore mi ha aperto le strade della conoscenza, mi ha fatto mangiare per la prima
volta il couscous e mi ha fatto scoprire Lo straniero di Albert Camus, un libro che mi ha cambiato la vita e mi ha messo di fronte
all’eterno conflitto tra uomo naturale e uomo sociale. In questo nostro spettacolo si intrecciano e si confondono il passato e il presente: il passato della storia che raccontiamo e il presente dello spettacolo che stiamo facendo. Perché il teatro si fa solo al presente e parla solo di oggi anche quando racconta storie di molti anni fa » (Stefano Pasquini).
All’incontro con la Compagnia delle Ariette farà seguito un approfondimento sul teatro di Albert Camus e su alcune riscritture italiane, tra cui Caligola di Carmelo Bene e Lo straniero di Marco Baliani.
_____________________________________________ 11 ottobre, dalle ore 17.00 (Laboratorio Quazza, seminterrato di Palazzo Nuovo)
Silvia Bottiroli Curatrice di arti performative, Direttrice di Santarcangelo Festival (2012-2016). Incontro a cura di Alessandro Pontremoli
+ Focus su Teatro «en plein air» /pop / urban /site-specific Tavola rotonda: Silvia Bottiroli, Federica Mazzocchi, Beppe Navello, Alessandro Pontremoli, Antonio Pizzo
Scrive Fabrizio Cruciani nel suo volume Lo spazio del teatro: «Lo spazio non è soltanto una qualità della realtà fisica quanto piuttosto una struttura storica dell’esperienza; è qualcosa cioè che costruisce visione». Nel momento storico in cui ogni idea forma di teatro è stata
messa in crisi e smantellata, lo spettacolo sembra ritornare al momento che precede la nascita di questa idea forma: allo spazio del teatro medievale, alla piazza, al sagrato, alla strada. Gli spazi aperti sono tornati ad essere quelli in cui l’evento accade ed è qualificato non solo dall’azione del performer, ma dagli oggetti simbolo di fronte ai quali questa azione si consuma (simboli che acquistano senso e danno senso), e dai corpi di chi è presente a questa azione. Al di là del gioco di parole: la presenza è quella di chi qualifica questo spazio proprio in virtù della sua presenza.
_____________________________________________ 12 ottobre, ore 10.30-12.30 (Aula Magna della Cavallerizza Reale, Via Verdi 9)
Chiara Guidi (Societas), Tra voce e infanzia Incontro a cura di Eva Marinai e Erica Magris Con il patrocinio dell’Università di Torino
«Credo che il mio lavoro si ponga tra infanzia e voce, per la loro capacità di sollevare qualcosa che non si vede ancora e di credere in
ciò che ancora non è. Per questo voglio stare con la cultura di cui i bambini sono portatori. Stare con gli infanti, coloro che vivono
prima del linguaggio, per ritrovare la mia voce e per serrare in me il mistero della vita» (Chiara Guidi). L’artista ci renderà partecipi della sua poetica, raccontandoci il lavoro sulla “tecnica vocale” e il “metodo errante”, pratica che mette in gioco i due fronti della rappresentazione: l’azione e la recezione, includendo lo sguardo dei bambini e la loro tendenza spontanea a prendere iniziative.
______________________________________________ 12 ottobre, ore 21.00 (Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, Corso Galileo Ferraris 266) – costo: 5 € (previa prenotazione)
Chiara Guidi (Societas), Relazione sulla verità retrogada della voce Performance-concerto di e con Chiara Guidi Con il patrocinio della Città di Torino e in collaborazione con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani
______________________________________________ 12 ottobre, ore 15.00-16.30 (Aula Multifunzione della Cavallerizza Reale) * 14 ottobre, ore 15.00-18.00 (Aula Magna del Rettorato, ingresso da via Verdi 8 e da via Po 15)
Compagnie Les Têtes de Bois (Montpellier) Workshop sul teatro con le maschere, condotto da Mehdi Benabdelouhab e Valeria Emanuele a cura di Giulia Filacanapa + * 14 ottobre, ore 18.00: Focus su La magia della maschera tra occidente e oriente Tavola rotonda: Edoardo Giovanni Carlotti, Giulia Filacanapa, Eva Marinai
Lo stage proposto dalla compagnia francese Les Têtes de Bois é un momento dedicato all’utilizzo scenico della maschera. I partecipanti
avranno modo di scoprire e utilizzare le maschere della Commedia dell’arte, quelle della tradizione balinese, ma anche maschere
contemporanee e maschere di animali. Chi sa suonare uno strumento lo porti. Chi sa cantare si scaldi la voce. Tutti i talenti saranno i benvenuti. Il lavoro sulle improvvisazioni sarà condotto dal regista Mehdi Benabdelouhab che cercherà di guidare l’attore, mostrandogli la strada. A volte si trovano delle pepite d’oro, a volte solo dei granelli di sabbia. A volte nulla. Il nulla, il tunnel. L’importante non è quello che si trova, ma l’atto stesso di cercare.
«Tout est vrai, vous n’êtes qu’à la recherche du vrai» (A. Mnouchkine).
Per questo laboratorio la Compagnia chiede necessariamente una tenuta da lavoro così composta: pantaloni, maglietta manica lunga e calze tutto nero, capelli raccolti.
______________________________________________ 13 ottobre, ore 10.00 (Laboratorio Quazza, seminterrato di Palazzo Nuovo)
La bottega del dramaturg di Alessandra Rossi Ghiglione
«Credo che il lavoro e la passione di chi scrive per qualunque forma di teatro sia quella di dare voce ai molti. I molti incontrati nella vita e nell’immaginazione, persone che diventano personaggi e personaggi che prendono carne negli attori. Perché il teatro è sì linguaggio, ma è fra tutti il linguaggio più “addosso” alla vita che conosciamo. La bottega del dramaturg è una sartoria della scrittura, uno spazio sperimentale per un gruppo di giovani dove inseguire la propria personale declinazione di dramaturg: autore flessibile, dotato di creatività e poetica propria e insieme capace di ascolto e servizio nei confronti di altri autori, dal regista, agli attori alla comunità del pubblico».
______________________________________________ 13 ottobre, ore 11.00(Laboratorio Quazza, seminterrato di Palazzo Nuovo)
«Il Teatro è un arte contaminata. Un’arte contaminata dalla vita. (Il corpo dell’attore, il luogo fisico, la presenza dello spettatore)»
Il teatro di Cuocolo-Bosetti / Iraa Theatre offre un ritorno al quotidiano attraverso elementi e dispositivi di quella stessa realtà.
Rielaborando contenuti quasi esclusivamente autobiografici, coi loro spettacoli invitano a ripensare le consuete barriere tra realtà e
finzione, attore-personaggio, spazio pubblico e privato, spettatore e partecipante, aprendo luoghi di relazione in spazi non deputati
dove la coppia abita o ha transitato.
___________________________________________ 13 ottobre, ore 15.00(Laboratorio Quazza, seminterrato di Palazzo Nuovo)
Piccola Compagnia della Magnolia Giorgia Cerruti e Davide Giglio, Il Viaggio degli Atridi Incontro a cura di Giulia Menegatti + ore 16.00-17.00: Focus su Mito, ri-scrittura, vissuto Tavola rotonda: introduce Giulio Guidorizzi; partecipano: Giorgia Cerruti, Davide Giglio, Giulia Palladini, Giulia Randone, Eva Marinai
Un viaggio tra le metamorfosi del mito e del rito. L’appuntamento intende da un lato ripercorrere il lavoro “di compagnia” della
Magnolia e dei progetti “Teatro Abitato” e Atridi. Metamorfosi del rito, dall’altro indagare il rapporto tra ricadute del mito greco sulla
scena contemporanea e sguardi autobiografici. L’obiettivo è capire qual è il ruolo svolto dalla scena teatrale nell’elaborazione collettiva
della coscienza tragica: scena in quanto topos privilegiato in cui il “discorso mitico” può mettere in atto un processo di rienunciazione,
rinarrazione e riattivazione. «Chi sono i Greci?» significa anche «chi siamo noi?»
______________________________________________ 14 ottobre, ore 10.00(Laboratorio Quazza, seminterrato di Palazzo Nuovo)
Mapa Teatro Storia, Allegria e la Politica del Montaggio di Giulia Palladini (Kunsthochschule Berlin-Weißensee)
L’intervento rifletterà su alcuni nodi della poetica e della politica del lavoro artistico di Mapa Teatro, piattaforma di artisti attiva a
Bogotà e fondata dai tre fratelli di origine svizzero-colombiana Elizabeth, Heidi e Rolf Abderhalden. A partire da una presentazione delle caratteristiche fondamentali del lavoro di Mapa Teatro, laboratorio artistico permanente attivo da trent’anni a livello internazionale, l’intervento si concentrerà in particolare sugli aspetti distintivi del processo creativo alla base dei loro numerosi progetti, che si muovono in un orizzonte radicalmente transdisciplinare, che comprende il teatro, così come il video e l’installazione. Come esempio della lunga durata e della complessità di tale processo creativo, osserveremo in particolare l’ultimo progetto realizzato
da Mapa Teatro: la trilogia Anatomia della Violenza in Colombia.
______________________________________________ 14 ottobre, ore 11.00 (Laboratorio Quazza, seminterrato di Palazzo Nuovo)
Famiglie danzanti: Virgilio Sieni a Torino di Maria Rita Fabris
A partire dalle condizioni politico-economiche che hanno reso possibile la creazione di «Altissima povertà» di Virgilio Sieni alla Galleria Grande della Reggia di Venaria grazie alla mediazione de La Piattaforma di Mariachiara Raviola, l’intervento andrà ad approfondire i principi sottesi alle dinamiche associative e d’impresa culturale proprie delle nuove pratiche di danza (ascolto, sostegno, cura, condivisione, bellezza, comunità), che permettono quel contatto umano, fisico e simbolico, che mentre crea una famiglia danzante fa intravedere una comunità utopica.
______________________________________________ (* Le attività proseguono negli orari sopraindicati)
Seminario Internazionale di Teatro (Torino, 10-14 ottobre 2016) IN ATELIER | DANS les ATELIERS
Processi creativi e dinamiche di relazione nelle “compagnie d’arte” | Processus de création et dynamiques de relation dans les “compagnies d’art”
Direzione scientifica e artistica: Eva Marinai (Università di Torino)
Comitato scientifico e promotore: Silvia Bottiroli (Università Bocconi Milano), Franca Bruera (Università di Torino), Giulia Filacanapa (Université Paris 8 Vincennes-Saint-Denis), Erica Magris (Université Paris 8 Vincennes-Saint-Denis), Eva Marinai (Università di Torino), Federica Mazzocchi (Università di Torino), Giulia Palladini (Kunsthochschule Berlin-Weißensee)
Organizzazione: Giulia Filacanapa, Eva Marinai, Giulia Randone
Il blog degli studenti di teatro del D@ms di torino