Danzatore anglo-indiano di Kathak e Bharata Natyam, due danze tradizionali dell’India, Aakash Odedra è stato ospite della Lavanderia a Vapore di Collegno il 18 aprile. Lo spettacolo si compone di quattro assoli che, certamente, possono avere vita autonoma sulla scena, ma allo stesso tempo accompagnano lo spettatore in un percorso che trae origine dalla Madre Terra, percossa con i piedi, passa attraverso una dimensione animalesca a tratti felina, giunge a una sfuggente
dimensione umana per approdare, infine, alle più alte sfere del Cosmo.
Il primo assolo, Nittra, creazione di Kathak e danza contemporanea a cura di Odedra stesso, lascia trasparire la formazione classica del danzatore, ma spogliando la tradizione del pesante trucco e dei ricchissimi gioielli, giunge all’essenza del movimento. In abito bianco il danzatore percuote la terra, dando prova di grande virtuosismo, mai gratuito e sempre funzionale alla narrazione, con un’estrema velocità dei piedi e dei giri sulle ginocchia. Tali scelte consentono di instaurare una comunicazione meno complessa con un pubblico occidentale poco abituato a leggere la gestualità delle danze classiche indiane; proprio nel loro rispetto Odedra chiude la prima performance con il saluto tradizionale in cui si ringraziano la Madre Terra, l’Universo, gli insegnanti e si includono tutti i presenti. Tre sono, invece gli assoli che nascono dalla collaborazione con altrettanti coreografi contemporanei. Il primo, In the Shadow of Man è opera di Akram Kham, mentore di Odedra, con il quale mette in atto un ritorno alle radici della danza, ma anche a quelle della dimensione animalesca. È evidente nel danzatore, a torso nudo, il cosciente e intenso lavoro di incorporazione del movimento del felino e del primate: la disarticolazione delle scapole, delle braccia, l’estrema flessuosità della colonna vertebrale e le grida molto vicine al verso di una scimmia sembrano far scomparire quanto di umano ci sia in quel corpo davanti agli spettatori. La luce si fa concreta, dapprima come fosse una foresta, poi nei toni del rosso richiama il pulsare del sangue, l’istinto animalesco. È di Russell Maliphant l’assolo Cut, nel quale rumori di macchinari e una musica a tratti ipnotica danno forma alla dimensione dell’essere umano. Il virtuosismo di Odedra torna nella velocità della roteazione delle braccia e del busto e non mancano momenti che mostrano la notevole potenza muscolare dell’interprete. L’essere umano appare,tuttavia, sfuggente, grazie al disegno delle luci che cadono come fossero tre lame che tagliano il proscenio. Il danzatore compare e scompare, dunque, in una spasmodica ricerca della profondità, una ricerca faticosa, nello spazio esterno prima, dentro l’anima poi. Fino a quando le taglienti lame di luce non diventano gradini di una scala spirituale, grazie alla quale l’uomo, cosciente di sé, può innalzarsi, ancora alla ricerca delle proprie radici. Cambia completamente l’atmosfera nel lavoro di Aakash Odedra con il coreografo Sidi Larbi Cherkaoui, il cui frutto è Constellation. Quella dei due artisti è stata una vera e propria ricerca dell’essenza, per arrivare alla quale è stato necessario un preliminare approccio alla tecnica dello Yoga. Viste dalla Terra le costellazioni appaiono piatte, ma esplorando l’universo se ne scopre la profondità, proprio come l’uomo può ritrovarla in se stesso, nel suo corpo-tempio. Sul palcoscenico il danzatore si muove lentamente, soppesando ogni passo, in un cosmo di lampadine che si accendono e ondeggiano al suo tocco, fino a che non si spengono di nuovo, una alla volta per andarne ad alimentare una sola, più grande, più luminosa: l’essenza finalmente ritrovata. Si conclude così, nella piena tradizione indiana che immagina l’uomo come un albero rovesciato con le radici nell’Universo, la risalita, fisica ma soprattutto spirituale, verso le origini. Rising offre al pubblico occidentale una prospettiva alla quale non è solito affacciarsi, ma con un linguaggio non così altro, tale da diventare spunto per una profonda riflessione personale.
Lucrezia Collimato
Lavanderia a Vapore, Collegno
18 Aprile 2016
Coreografie di Aakash Odedra, Akram Kahm, Russell Maliphant, Sidi Larbi Cherkaoui
Con Aakash Odedra