Dolore nel ricordare, paura del tempo che passa lasciando segni sul corpo e nell’anima, confusione e senso di solitudine; queste sono le emozioni che Nicoleta Lefter, nei panni della giovane donna, indossa per noi. Unica attrice di tutta la performance, Nicoleta interagisce con i pochi, ma significativi, oggetti presenti sulla scena: da un impermeabile appeso a un gancio che rappresenta una storia d’amore andata alla deriva a una cornice vuota. Sullo sfondo talvolta vengono proiettati dei video, come quello iniziale con dei gatti, talvolta invece rimane nero, spoglio; mentre la luce, per lunghi tratti assente, non è mai forte e nitida come a riflettere la mancanza di piena comprensione e chiarezza della propia identità.
A dare l’idea del precipitare degli anni non è solo il continuo correre della protagonista, sia sul posto che intorno tutta la piccola sala, a piedi scalzi o con dei vistosi tacchi rossi. Anche il parlare della giovane donna è veloce. Le sue parole, riprese dall’omonimo romanzo di Ana Maria Sandu e tradotte per noi da Irina Wolf e Laura Bevione, sembrano poesia scritte in prosa e si alternano con momenti di silenzio in cui si sentono solo i respiri della donna ritmati dalla corsa ed altri in cui interagisce con il pubblico leggendo frasi in italiano segnatasi sul braccio per farsi capire.
Alearga senza dubbio è uno spettacolo che ci mette di fronte a pensieri e stati d’animo che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita. La giovane donna corre. Probabilmente anche noi corriamo, almeno metaforicamente parlando, e ricade solo su di noi la scelta sui motivi per cui farlo.
Sabrina Ventrone
ALEARGA:
Di Ana Maria Sandu
regia Nicoleta Lefter dal nomanzo di Ana Maria Sandu
ideazione Silvia Călin
interpretazione Nicoleta Lefter versione originale con sopratitoli in italiano
traduzione Irina Wolf e Laura Bevione per il Festival delle Colline Torinesi
presentato con il contributo di Istituto Culturale Romeno e Accademia di Romania a Roma