Il Tangram Teatro Torino sta ospitando dal 14 al 23 ottobre una rassegna teatrale dal titolo MaldiPalco2016 che coinvolge attori di fama nazionale, riconosciuti e premiati dalla critica, e giovanissimi professionisti al fine di creare un confronto stimolante e proficuo fra generazioni diverse. Quest’anno il Tangram Teatro ha deciso di dedicare ampio spazio a una selezione di giovani attori da tutta italia under32 , con quattro appuntamenti
Siciliano di Messina, classe 1983, diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Angelo Campolo è il primo dei selezionati per l’edizione 2016 di Maldipalco: a lui, domenica 16 ottobre alle 17 il compito di inaugurare con
I bambini della notte
il ciclo di performance riservate ai quattro giovani interpreti. Non di rado impegnato nella tripla veste di autore, regista ed attore dei suoi testi, Angelo Campolo vanta già un ricco curriculum di interpretazioni teatrali, cinematografiche e televisive, costante impegno cui, da tredici anni, affianca quello di direttore artistico della compagnia Daf per la quale ha realizzato numerosi allestimenti.
Il suo spettacolo si apre con una scenografia minimale ma molto incisiva che ci fa già intuire che si parlerà di cose lontane ma che in realtà sono molto più vicine di quanto ci sembri.
L’unico oggetto di scena è un cartello direzionale che indica le VITE. Esatto, non le “vie” di una città ma la strada di quelle vite che “Francesco” ci racconta.
Partendo da un colloquio a cui nemmeno lui sa ben rispondere con certezza, capisce che deve andare a lavorare in quell’ospedale di cui gli hanno tanto parlato : Sant Mary Hospital, in Uganda. Li capisce veramente che significato ha la vita anche per i bambini, quella distesa di bambini che vogliono fuggire dalla guerra e si riparano nel cortile di un ospedale. E’ un luogo tanto speciale, dove anche quei bambini possono sognare. Successivamnte, ci racconta la storia di come quell’ospedale sia stata la vita della coppia che lo ha costruito: lei canadese, lui italiano. Hanno due bambine, la seconda soffre la mancanza dei genitori che dedicano tutta la loro vita a quel’ospedale e a curare i bambini di altri. Attraverso la voce della figlia capiamo che avrebbe voluto una dimostrazione d’affetto diversa e più vera, ma sua madre e suo padre sapevano occuparsi solo di salvare vite di bambini scampati dalla guerra.
Francesco ci racconta di problemi che ci sembrano così lontani. Lui stesso alla fine ci chiede perchè e dice che ci sono anche i problemi qui e bisognerebbe parare di quelli e che ci sembrano molto più importanti. Ma la verità è che in questo mondo globalizzato dove tutti sano tutto di tutti, dove nessuno si conosce davvero: i problemi sono di tutti e ci dobbiamo preoccupare veramente delle cose che ci sembrano lontane perchè potresti ritrovarti a parlare dei tuoi stupidi problemi con un “bambino della notte”. I problemi non sono lontani, sono qui, quelli veri, vivi sul palco e ci stanno chiedendo perchè non ci muoviamo
Tutte queste immagini, queste vite di vie, sono costruite e ben chiare grazie a un magistrale utilizzo del corpo e della costruzione di immagini belle e vive. Immagini che ci trasportano su una gip che sussulta e scansa i colpi del fucile, immagini come quella di un pavimento costellato da piccole stelle che chiedono solo di sognare, facendo attenzione a non calpestare i loro magri corpicini.