La Lavanderia a Vapore di Collegno è stato il primo palcoscenico Piemontese a ospitare il capolavoro di Salva Sanchis e Anne Teresa De Keersmaeker A Love Supreme, coreografia per quartetto di danzatori sulle note dell’omonimo e celeberrimo brano di John Coltrane. Lo spettacolo si apre in un sorprendente silenzio.Il Silenzio. Il silenzio come la pagina vuota sulla quale tutto è ancora da scrivere e tutto è ancora possibile. È in questo silenzio che i corpi dei quattro danzatori misurano lo spazio, ne soppesano linee e forze, in un’azione in crescendo, quasi ipnotica. Quello che i corpi producono è un movimento che risuona, è musica da guardare e, quando l’orecchio è teso al massimo dello sforzo per riappropriarsi del ruolo sottrattogli dall’occhio, ecco vibrare il gong, liberatorio respiro sonoro, dal quale scaturiscono le note di Coltrane. L’andamento coreografico segue la scansione del brano musicale nelle quattro parti Aknowledgement, Resolution, Pursuance, Psalm (Rivelazione, Impegno, Fedeltà, Ringraziamento), vero e proprio inno a un amore supremo. Lo schema compositivo è quello del jazz: un’alternanza di coreografia scritta e danze improvvisate. Ne scaturisce un caos disciplinato, nel quale occhio e orecchio si smarriscono e si ritrovano, guidandosi a vicenda. Ogni corpo è uno strumento: il sassofono potente e imperante nella sua fanfara iniziale, il contrabbasso ipnotico, il pianoforte rapido e incontenibile, la batteria travolgente, riportati alla disciplina dell’insieme dalla voce dello stesso Coltrane che recita il mantra “a love supreme”. I piani del suono vivono nelle profondità dello spazio messo in forma dalle luci; il loro disegno è essenziale, quasi impercettibile, ma fondamentale. Esso fa comparire e scomparire i corpi-strumento, ne descrive i volumi –fisici e sonori- portandoli in primo piano quasi a incombere con gli assoli sul pubblico o custodendoli nella penombra dei loro background. Vera e propria incarnazione della sinestesia, la coreografia porta sul palcoscenico, allo stesso tempo, quattro strumenti che danzano e quattro danzatori che suonano. Impossibile distogliere l’attenzione anche solo per un attimo. I corpi permettono di cogliere quanto non è immediato all’orecchio e, nel preciso momento in cui l’occhio è provato dal voler seguire tutto ciò che accade sulla scena, viene ripagato da momenti d’insieme connotati da potente tecnica e poetica morbidezza. Ed è proprio la poesia dell’ultimo capitolo, Psalm, a chiudere l’opera in un dialogo con la musica che mostra di aver ritrovato il suo equilibrio. I toni si ammorbidiscono, i corpi si avvicinano diventando ora sostegno ora ostacolo, forza motrice o impedimento gli uni per gli altri. È un movimento nutrito di riconciliazione, una sorta di patto con la musica, con l’amore superiore per il divino.
Così come si è aperto, A Love Supreme si chiude con il silenzio, questa volta breve, un respiro di incertezza del pubblico, per il quale il tempo è fuggito; il pubblico ancora rapito e ipnotizzato. Poi gli applausi scrosciano. E sembrano non volersi fermare.
Lucrezia Collimato
A LOVE SUPREME
13 dicembre 2017
Lavanderia a Vapore, Collegno (TO)
Coreografia Salva Sanchis e Anne Teresa De Keersmaeker
con José Paulo dos Santor, Bilal El Had, Jason Respilieux, Thomas Vantuycom
musica A Love Supreme, John Coltrane
Lighting design Jan Versweyveld
Costumi Anne-Catherine Kunz
Direttore di prove Bryana Fritz
Direttore tecnico Joris Erven
Tecnici Luc Schaltin
Poduzione Rosas
Prima mondiale 23/02/2017 Kaaitheater, Bruxelles