Sono tante le cose che si potrebbero raccontare del grande genio che fu Vincent Van Gogh, tanti i misteri che si potrebbero voler svelare e tante le fantasie che si potrebbe voler sognare pensando a questo affascinante artista. Eppure non sono queste le domande a cui la compagnia Anomalia Teatro ha deciso di rispondere, ma piuttosto: “Chi era l’ombra di questa enigmatica figura? Chi era la sua spalla? Chi tace dietro ai suoi schizzi di colore?” Perchè si sa, alle spalle di ogni colosso della Storia, si nasconde sempre qualcuno! Ed è esattamente questo di cui lo spettacolo “Theo – storia del cane che guardava le stelle” ci vuole narrare.
Per Vincent, come in ogni grande racconto, Theo era il bastone su cui appoggiarsi quando la vita si faceva troppo greve. Persona umile, con una vita abitudinaria, non troppo amante delle situazioni straordinarie che però era invaghito di suo fratello venerandolo quasi fosse per lui l’unico regalo di eccentricità che l’universo gli avesse fatto dono. Amava passare del tempo con lui e poter, anche se effimeramente, guardare il mondo attraverso i suoi occhi. Per certi versi, anche noi siamo invitati a rivolgere il nostro sguardo verso il fascino e le disgrazie della vita del pittore.
Credo che Marco Gottardello con la sua interpretazione sia ben riuscito a dare il senso di questa storia. Ho apprezzato molto anche l’uso di una scenografia semplice, senza l’uso di artifizi che avrebbero potuto distrarre inutilmente lo spettatore. La presenza di un unico attore e di pochi oggetti in scena, non hanno reso la rappresentazione in alcun modo stancante.Uno spettacolo bene calibrato nelle sue parti e che contiene un buon terreno fertile per far germogliare ancora tanta magia.
Alessandra Botta
Di e con Marco Gottardello
Drammaturgia Debora Benincasa
Regia Amedeo Anfuso
Scenografia Alessandro Rivoir
Progetto grafico Nachos
Foto e video Antonio Giacometti
Tatoo Valerio Cancellier