Sentiamo l’esigenza di capire, dare un senso a tutto quello che osserviamo: fuori, dentro accanto al nostro corpo. Non sempre il significato emerge ad una prima visione, e senz’altro “Future man” necessita di più sedute per poterne cogliere particolari necessari alla comprensione della narrazione, che a volte si fa elusiva per lasciare spazio ad un movimento stimolante per l’occhio dell’osservatore.
“I’m done with experience”. Tutto quello che l’uomo del futuro brama è conoscere, scoprire ed esplorare quello che verrà. Il presente e il passato possiamo riporli all’interno di un armadio, come le magliette piegate che compriamo compulsivamente a prezzi stracciati per poi utilizzarle una volta e abbandonarle per sempre dentro il cassetto. L’uomo del futuro vuole di più, non si accontenta di quelle esperienze già vissute dal sapore malinconico, difficili da dimenticare e che faranno eternamente parte del nostro bagaglio di ricordi provocandoci un senso di malinconia. Lui, il passato, non vuole solamente accantonarlo, ma annerire completamente i ricordi e nutrirsi soltanto del prossimo, facendosi affascinare dall’esercizio di immaginare momenti che verranno, o meglio, che vorrebbe avvenissero. Non è solo nel suo cammino. Ad accompagnarlo ci sono i suoi compagni i quali, alternandosi con lui sotto i riflettori, trasportano il pubblico in questo percorso di cancellazione fatto di movimenti frenetici, fluidi e sorprendenti. Sono queste animazioni del corpo a lasciare il segno nella memoria dello spettatore: pima epilettiche ed improvvise, capaci di lacerale l’aria intorno al danzatore; immediatamente dopo scivolose, quasi subacquee, ma allo stesso tempo precise nelle intenzioni.
Mauro Astolfi mette in scena uno spettacolo corale, nel quale assistiamo alla scoperta del gesto. Il gruppo di performers si trasforma in un insieme di burattini, meglio definirli macchine umanoidi dato il tema futuristico, che distruggendo i ricordi del passato si ritrovano a dover riscoprire ogni singolo arto, organo o capello del proprio corpo, ognuno con le proprie funzionalità: respiro, battito, sguardo o emissione sonora. Saranno in grado questi avventurieri di annullare ogni ricordo passato residente nella loro memoria?
Davide Peretti
Coreografia Mauro Astolfi
Disegno luci Marco Policastro
Ideazione costumi Mario Laterza
Danzatori Compagnia Spellbound Contemporary Ballet