Tre personaggi. Due assassini e la loro vittima, oppure tutti e tre vittime.
Valter Malosti con un adattamento sul testo di Giovanni Testori porta in scena la storia di Marianna De Levya, la monaca di Monza.
La storia viene raccontata attraverso i pensieri di Marianna che parla da un’aldilà, facendo rivivere con sè gli altri due personaggi.
Tre flussi di coscienza distinti, che si incrociano ricordando i momenti della loro esistenza, e il cui incontro produce solo sangue, parola costantemente rievocata all’interno della rappresentazione.
Marianna, interpretata da una attrice eccellente, Federica Fracassi, è una donna vittima della sua società, macchiata di sangue dal suo concepimento.
Viene costretta ad entrare in convento a 13 anni dal padre, e rinchiusa vivrà la sua vita nella proibizione.
Dopo vari tentativi di resistenza si innamora di Gian Paolo Osio, interpretato da un abilissimo Davide Paganini: un nobile e un criminale, costretto a spargere sangue per vendicare il fratello morto troppo giovane, ma nessuna quantità di crimini sarà mai per lui sufficiente.
Il loro rapporto è un amore maledetto. Un “Amore-Morte” nato da una grande attrazione per la violazione e la blasfemia, e che poco a poco diventerà quasi un’ossessione per loro o forse amore vero.
Il primo assassinio di Marianna è la conversa, nel cui ruolo recita una esordiente Giulia Mazzarino, la quale dopo averli scoperti minaccia di svelare il loro amore qualora non la avessero ospitata nelle loro orgie.
Molto efficace inoltre è la scelta della scenografia: tre celle trasparenti, che rimandano a delle tombe, in cui i personaggi si confessano con l’utilizzo di microfoni gelato. In questo modo la distanza tra il pubblico e i personaggi viene ancora più enfatizzata, come se noi potessimo chiaramente comprendere già solo osservandoli in scena, la prigione in cui sono rinchiusi che è la loro vita.
Infine in questa confessione e ammissione di colpe, molte sono le domande che la monaca rivolge a un dio, a cui le è stato insegnato di credere, ma con il timore di non esserne capace.
“Perché tutto questo dolore e come sopportarlo?”
Ma la monaca non trova risposte.
Non le può trovare.
Dunque imprigionata e destinata ad una morte prossima, si appiglia all’unico sentimento che crede sia stato autentico nella sua vita e ricordando il suo amore, resiste e resiste ancora, abituata ormai a una vita in catene.
Anastasia Mancini
Teatro Astra
dal 5 al 9 febbraio
La Monaca di Monza
di Giovanni Testori
Adattamento per tre voci e Regia Valter Malosti
Con Federica Fracassi
e con Davide Paganini e Giulia Mazzarino
Scene e Luci Nicolas Bovey
Costumi Gianluca Sbicca
Cura del movimento Marco Angelilli
Progetto sonoro ideato e curato da Valter Malosti
Suono e programmazione luci Fabio Cinicola
Una Produzione: TPE – Teatro Piemonte Europa / Centro Teatrale Bresciano /Teatro Franco Parenti / Teatro Dioniso con il sostegno dell’Associazione Giovanni Testori