Ritornare a teatro dopo un anno e mezzo è una grandissima emozione. Farlo per uno spettacolo come questo di Jurij Ferrini, poi, rende tutto ancora più bello.
Alle Fonderie Limone di Moncalieri, all’interno della stagione del Teatro Stabile di Torino 2020/2021, sta andando in scena Morte di un commesso viaggiatore, opera in due atti del drammaturgo Arthur Miller.
Il dramma, diretto e interpretato da Jurij Ferrini, racconta di Willy Loman, anti-eroe tragico che si trova a fare i conti con il boom economico del secondo dopoguerra e con quel famoso American Dream che ora, a 63 anni, gli si sta ritorcendo contro: in una società così dinamica e mutevole, non c’è più spazio per un vecchio commesso oberato da debiti e da speranze infrante.
Il quadro rappresentato è quello di una famiglia spezzata, divisa nel profondo ma che continua ad aggrapparsi alle apparenze, a fingere che Willy non abbia tentato più volte il suicidio, che la moglie Linda non ne sia allo stesso tempo complice e vittima, che i figli Biff e Happy siano uomini soddisfatti e realizzati. Lo spettacolo è un continuo alternarsi e intrecciarsi fra passato e presente, fra ricordi felici e accadimenti drammatici, il cui effetto viene massimizzato dalla scenografia di Jacopo Valsania, minimal ma efficace: alcuni pannelli pubblicitari scorrevoli permettono il cambio di ambiente e di costumi, eseguito in modo fluido e poco invadente per il pubblico.
La bravura e la chimica di Ferrini e Notari riempiono la scena, permettendo di immedesimarsi in una relazione tanto piena d’amore quanto di bugie e difetti, rendendo l’opera attuale e di impatto; notevole è anche la recitazione di Matteo Alì (Biff) e Paolo Li Volsi (Happy), che sebbene risultino forse più “scolastici”, riescono comunque a reggere il confronto con gli altri interpreti e con l’opera stessa, vincitrice di diversi premi e rappresentata in tutto il mondo dal 1949 ad oggi. Una nota di merito va anche a Fabrizio Careddu, che riesce benissimo a farsi riconoscere anche in un ruolo apparentemente marginale – ma determinante per il corso degli eventi – come quello dello zio Ben, fratello e modello da seguire per Willy.
Ferrini dipinge un protagonista che, così ipocrita e traditore com’è, si fa voler bene, perché come dice lui stesso, “Non si può spremere un uomo come un limone e poi buttarlo via in mezzo alla strada”. In fondo, Willy Loman non è che un uomo con grandi aspettative e ancora più grandi delusioni, amplificate dalle stesse delusioni che affrangono i suoi figli, e ciò che rimane nello spettatore è solo una grande compassione e un senso di profonda empatia per le sue disgrazie.
E alla fine è Willy stesso a scavarsi la fossa, in modo sia letterale che figurato, nel tentativo di prendersi una rivincita su quella vita che a lungo si è preso gioco di lui, proprio nel giorno in cui finalmente avrebbe estinto tutti i suoi debiti e vivere felice. Un’immagine potentissima, che ti lascia con l’amaro in bocca e una sola domanda nella testa: “Potrebbe capitare anche a me?”.
Morte di un commesso viaggiatore rimarrà in scena fino al 13 giugno: la sua visione è caldamente consigliata.
Ramona Bustiuc
Fonderie Limone | Via Pastrengo, 88 | Moncalieri
25 maggio 2021 – 13 giugno 2021
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE
di Arthur Miller
traduzione di Masolino d’Amico
regia di Jurij Ferrini
CON
Jurij Ferrini Willy Loman
Orietta Notari Linda
Matteo Alì Biff
Paolo Li Volsi Happy
Federico Palumeri Bernard
Lorenzo Bartoli Charley
Fabrizio Careddu Zio Ben
Vittorio Camarota Howard Wagner/Stanley
Benedetta Parisi Miss Forsythe
Maria Lombardo La donna/Letta
Scene e luci Jacopo Valsania
Costumi Alessio Rosati
Suono Gian Andrea Francescutti
Assistente regia Flaminia Caroli
Foto di scena Andrea Macchia
TEATRO STABILE DI TORINO – TEATRO NAZIONALE