Dal 15 al 27 giugno al Teatro Carignano Gabriele Lavia porta in scena un adattamento del romanzo di Jean Teulé Les lois de la gravité, diretto e interpretato dallo stesso Lavia.
Ci troviamo a Le Havre, in Normandia, nell’ufficio di un commissario di polizia. L’immagine sembra essere uscita da un film noir. La scena è buia e l’unico tocco di colore è dato da un mazzo di fiori rossi appoggiati sulla scrivania. Fuori è una notte fredda e il rumore di una pioggia incessante accompagna l’intera vicenda.
Pontoise, interpretato appunto da Lavia, è un commissario alle soglie della pensione, stanco e malandato. A volte apparentemente non lucido, ma molto più ragionevole di ciò che sembra. Quando una donna entra nel suo ufficio chiedendo di essere arrestata per aver ucciso il marito, un caso chiuso dieci anni prima come suicidio, egli non si scompone, temprato dagli orrori visti durante anni di servizio, anzi sembra quasi non dare gran peso alla questione, assumendo un atteggiamento svogliato a tratti ironico.
Dall’altro lato Federica di Martino nel ruolo della misteriosa figura femminile mette in luce un tema più che mai attuale, quello della violenza sulle donne. Vittima ed allo stesso tempo carnefice, oscilla continuamente tra un’atroce sofferenza ed una sognante energia quasi infantile. Si tratta di una donna appassionata, del proprio lavoro e della propria arte, distrutta da “un amore senza dolcezza”.
Così si apre il grande dibattito in cui i due personaggi intraprendono un ripetuto tira e molla. La legge di gravità, per la quale il marito della donna è caduto dall’undicesimo piano, è ineludibile. Ma la legge umana, invece, qual è? E si può sfuggire ad essa? Così come le leggi fisiche, anche quelle metafisiche dell’amore, del dolore, della rabbia e del senso di colpa sono ineluttabili. Pontoise è disposto a contrapporsi alla giustizia dello stato, in apparenza per evitare la serie di lunghe pratiche burocratiche, ma in verità è la sua idea di giustizia che vuole difendere. Tuttavia, la donna è venuta ad autodenunciarsi, non desidera altro che essere arrestata e combatte strenuamente per la sua “libertà”. Attraverso le confessioni della donna la legge umana colpisce anche il commissario, il quale ripercorre le terribili cose viste, i fallimenti e gli errori. Su entrambi incombe un grande orologio: fra poche ore il delitto della donna cadrà in prescrizione, ma il veloce scorrere del tempo indica anche l’impossibilità di tornare indietro e modificare il proprio cammino.
Gli interpreti riescono a portare in scena un tema ampio e complesso con ironia ed emozione in un quadro buio e grigio, ma che appare come un forte invito alla vita.
Carlotta Di Marino
Le leggi della gravità
Atto unico tratto dal romanzo di Jean Teulé Les lois de la gravité adattamento Gabriele Lavia
con Gabriele Lavia, Federica di Martino e
Enrico Torzillo
regia Gabriele Lavia
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Antonio Di Pofi
Effimera srl in coproduzione
con Fondazione Teatro della Toscana