Pensato da Virgilio Sieni per gli spazi della Fondazione Merz, il progetto intende instaurare un dialogo sulla vicinanza con le opere di Marisa e Mario Merz, esposte in occasione della mostra a loro dedicata La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza a cura di Mariano Boggia.
Lo spazio non tradizionale della scena è il primo elemento che destabilizza. Infatti lo spettatore si trova subito immerso in medias res, senza la canonica distinzione tra platea e palcoscenico, i danzatori si trovano sullo stesso piano e condividono lo spazio con il pubblico. Inizialmente disposti in due file, i danzatori si disperdono poi nell’ampio spazio della Fondazione disorientando chi li osserva che non sa come posizionarsi all’interno di questo “quadro” in movimento e da che punto vada guardato. Da qualunque prospettiva lo spettatore decida di posizionarsi, si perderà necessariamente quello che accade dall’altra parte della sala, data la vastità dello spazio. Così si viene a creare un unicum tra danzatori e spettatori che rende anche difficile la distinzione tra i due ruoli.
La performance infatti presenta un alto grado di interazione con il pubblico, resa ancor più forte dalla presenza di danzatori non professionisti selezionati tra i cittadini, nonché con le opere stesse ed in particolare con i volti di Marisa Merz. Il volto – come ci viene raccontato dallo stesso Sieni in un’intervista svolta dopo lo spettacolo – è proprio la parte del corpo presa come punto di partenza della ricerca perché “crogiolo di tutte le nostre capacità sensoriali e elemento di liberazione e democrazia”.
La spontaneità dei gesti e la forte presenza del corpo nell’hic et nunc crea, in certi passaggi, l’illusione di una coreografia nata sul momento. Al contrario però di quanto appare in realtà, si tratta di 35 situazioni coreografate in cui l’unica cosa che viene lasciata alla casualità è la direzione delle traiettorie che sono inevitabilmente condizionate dal pubblico presente. Questo aspetto risulta particolarmente significativo perché ogni replica sarà diversa a seconda delle reazioni e dei movimenti del pubblico presente.
La ricerca e lo studio svolti da Sieni in questa performance sono piuttosto interessanti soprattutto per questo rapporto che si viene a creare tra performer, cittadini, pubblico e spazio della scena. Un’esperienza sicuramente diversa da quella a cui siamo generalmente abituati come spettatori che conduce a spunti di riflessione su noi stessi, sul dialogo con il corpo, con l’altro e con lo spazio.
Coreografia Virgilio Sieni
Assistente alla coreografia e cura Delfina Stella
Assistente al progetto Clelia Riva
Interpreti
Danzatori Ilaria Bagarolo, Lara Di Bello, Gaia Figini, Rebecca Moriondo, Michele Noce, Roberta Piazza, Clelia Riva, Delfina Stella
Cittadini Claudia Apostolo, Valentina Bosio, Laura Caspani, Petra Comaschi, Vincenzo D’elia, Vanessa Depetris, Chiara Galeazzi, Rosaria Gaudiano, Cristiana Geremia, Andreea Ioana Hutanu, Silvia Limone, Alessia Pedio, Carla Perrone, Maria Carmela Saba, Angela Scazzari, Mario Steffenino, Domenica Vittorini.
Produzione Fondazione Merz, Festival delle Colline Torinesi 2021, Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni.
Irene Merendelli