Giovedì 24 marzo, Massimiliano Civica ha presentato a Fertili Terreni Teatri presso San Pietro in Vincoli la prima di tre lezioni-spettacolo, L’emozione del pudore: un itinerario attraverso i personaggi di Orson Welles, Nina Simone, Rino Gaetano, Ettore Petrolini e altre comparse strappate al mondo delle performing arts. L’impressione è quella di trovarsi in una terra di confine: è una lezione questa a cui assistiamo o uno spettacolo? Quello che vediamo è Orson Welles o solo un personaggio di finzione, un burattino nelle mani di Civica? L’ ambiguità tiene viva la scena e svela una porzione del mistero del teatro, che, forse, può ridursi a una semplice linea di confine…
L’anello di congiunzione tra i quattro personaggi storicamente e artisticamente lontani è il comune fine del loro lavoro: tutti e quattro, nelle relative performance mostrate in forma audiovisiva dal regista, sono al servizio del pubblico, si rivolgono a un tu, fanno quello che fanno per gli altri. L’atteggiamento inverso è quello fin troppo comune dell’artista che fa della propria arte un motivo di discrimine tra sé e il resto delle massa plebea, che quindi si rivolge a se stesso e se ne compiace – quell’artista che si veste di aristocratismo dileggiato nel Gastone di Petrolini: «l’attore fotogenico, affranto, compunto, pallido di cipria e di vizio». Un artista al servizio del pubblico non abbisogna di strafare e divorare la propria travolgente emozione sulla scena, bensì sa mantenere un contegno e lasciare al pubblico il banchetto emotivo. Non diversamente la pensava Amleto: giacché pure nel mezzo della piena, della tempesta, e potrei dir nel vortice della passione devi mantenere
sempre quel tanto di moderazione che le dia una certa compostezza. (Amleto, Atto III, Scena II)
Ma la lezione di Civica, come ogni buona lezione, è esemplare. Perché ci conduce nelle stanze dei suoi amori, fra i modelli che nutrono il suo lavoro e la sua biografia, sempre mantenendo un piglio da conferenziere, lasciando che l’emozione, come la voce vibrante di Rino Gaetano, giunga integra fino a noi e per noi.
Rimane una domanda. A chi è rivolta questa lezione? Essa è condotta nella lotta contro due negativi: la prassi hollywoodiana e lo psicologismo d’Accademia drammatica da una parte; i teorici del teatro dall’altra. Il pubblico assiste a un progressivo smontare di cliché, i quali, fuori dal teatro, sono dei problemi oggettivi che contribuiscono al ristagno delle arti e a un generale impoverimento culturale da una parte, mentre alimentano una forma tutta astratta di accesso alla conoscenza dall’altra; ma dentro lo spettacolo, e per lo spettacolo, sono i necessari supporti, i fedeli alleati – come gli antagonisti in una favola – che consentono al protagonista di costruire la propria identità e, infine, ad essa sono necessari come l’altra faccia della medaglia. Sbaglieremmo dunque a pensare questa lezione utile per l’attore o il professionista del teatro, essa è, ancora una volta, rivolta allo spettatore.
Nicolas Toselli
Di e con Massimiliano Civica
tre video di Orson Welles, Nina Simone e Ettore Petrolini
produzione Ass. Cult. Attodue