DANZA CIECA – VIRGILIO SIENI

Un incontro tra corpi complici

Tante sedioline, una accanto all’altra, delimitano uno spazio nel quale il pubblico viene subito inghiottito. Prendiamo posto. A disegnare l’ultimo segmento di questo cerchio sono Virgilio Sieni e il danzatore non vedente Giuseppe Comuniello: seduti con la schiena appoggiata al muro, ci osservano. Al centro scorgiamo un tappeto bianco fatto di cartone e, su di esso, due blocchi di argilla. I due danzatori si avvicinano e iniziano ad occupare lo spazio: attraverso i loro corpi modellano l’area circostante disegnando linee curve, segmenti spezzati e forme circolari. Si sfiorano, si sostengono, si guidano, si completano, insieme danzano.

Virgilio Sieni porta in scena per la ventisettesima edizione del Festival delle Colline Torinesi la “Danza Cieca”: un percorso che si fa in due, due corpi che sembrano a volte essere uno solo: si toccano, si avvolgono, si ascoltano. La “Danza Cieca” è un incontro alla scoperta del movimento del corpo nello spazio, è un prendersi cura l’uno dell’altro. Duetto tattile che sprigiona energia direzionandola all’esterno, coinvolgendo inaspettatamente gli osservatori stessi. Si alternano ritmi incalzanti e momenti di respiro che lasciano spazio ad uno “stare, stare con sé stessi e con l’altro”.

Commovente è l’importanza del contatto: i due danzatori sono in costante ascolto reciproco, ogni parte del loro corpo è attiva, presente, connessa. Ma il contatto non avviene esclusivamente attraverso le mani, come l’abitudine ci spinge a fare, Sieni sperimenta la percezione di tutti i tessuti e i muscoli coinvolti.

Ecco che i due blocchi di argilla diventano anch’essi protagonisti della performance. I due danzatori ci giocano come dei bambini che scoprono qualcosa di nuovo, li osservano, li toccano con più parti del proprio corpo (mani, piedi, viso…) e li modellano, come modellano i loro corpi nello spazio. E se fossimo anche noi argilla? Come sarebbero i nostri movimenti nello spazio?

Nei giorni precedenti la prima (20 ottobre 2022) presso la Fondazione Mertz, Sieni predispone un potenziale utilizzo della luce, determinata solo ed esclusivamente dall’apertura e dalla chiusura della porta d’ingresso. Un fascio di luce entra dalla fessura di quest’ultima e crea incantevoli riflessi sui corpi dei danzatori. A questi “schizzi” di luce si alternano momenti di buio, in cui lo spettatore viene forse invitato a vestire i panni di Giuseppe Comuniello? Come si fa a ballare senza vedere la propria immagine riflessa in uno specchio? Che tipo di percezione si ha del proprio corpo? Come si canalizza il gesto?

Spettatrice: “Ogni volta è sempre diverso. Nonostante ci siano delle sequenze stabilite, nonostante il tutto sia coreografato, ogni sera è come se fosse una nuova performance.”

Giuseppe Comuniello: “E’ proprio come quando incontri una persona che conosci già da tanto: alcune cose le sai già, ma altre esperienze non le conosci. E’ così: noi cambiamo, le esperienze che viviamo si moltiplicano, si modificano e di conseguenza anche l’incontro cambia di volta in volta.”

Alice Grombone

Coreografia Virgilio Sieni Interpreti Virgilio Sieni e Giuseppe Comuniello Musica dal vivo Spartaco Cortesi (elettronica) Assistenza artistica Delfina Stella Produzione Fondazione Matera-Basilicata 2019, Compagnia Virgilio Sieni

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