AL SISTINA IL MARCHESE DEL GRILLO

Dalla pellicola al palcoscenico un’operazione riuscita

Siamo da tempo abituati alle versioni cinematografiche di grandi opere letterarie e teatrali o best seller della narrativa trasformati in film campioni d’incasso. Non c’è opera di Shakespeare che sia sfuggita alla celluloide, anche se non tutte le operazioni sono state degne della matrice originale.

In questo caso ci troviamo invece a ragionare di un film che diventa una commedia musicale, quindi una rappresentazione teatrale. Una operazione tutta made in Italy quella della commedia musicale che ha origini nobili, non dal punto di vista sociale bensì per la caratura degli attori e registi che hanno dato vita ad un filone teatrale tutto italiano, appunto quello della commedia musicale e della rivista , da non confondere con il musical d’oltreoceano che seppur di matrice analoga è più votato alla produzione cinematografica. 

Tornano alla mente grandi nomi come Carlo Dapporto, Erminio Macario, Delia Scala, Aldo Fabrizi, Ettore Petrolini, Gino Bramieri, Lauretta Masiero, Totò, Alberto Sordi, Renato Rascel ed ancora Vittorio Gassman, Gigi Proietti, Enrico Montesano, Monica Vitti, Jonny Dorelli. Tutti grandi interpreti che proprio con questi generi teatrali hanno fatto come si dice la gavetta , eccezion fatta per Gassman artista dalle profonde radici classiche che nella sua lunga carriera è riuscito a passare con straordinaria disinvoltura da ruoli classici a innumerevoli divertissement cinematografici e televisivi, guadagnandosi la popolarità del grande pubblico.

Il film

Quando si nomina il Marchese del Grillo immediatamente torna alla mente Alberto Sordi e la sua grande interpretazione nel film del 1981 per la regia di Mario Monicelli.  La pellicola prende spunto da una figura storica realmente esistita, racconta la Roma papalina di inizio ‘800 attraverso un tracciato carico di ironia e spregiudicato sarcasmo di cui il nobile romano è protagonista assoluto, e consegna uno straordinario Alberto Sordi e il film stesso alla storia della comicità cinematografica.

La trama

Siamo a Roma agli inizi XIX secolo  e il potere della chiesa e quindi del pontefice Pio VII è pressoché   totale. Qui vive il Marchese Onofrio del Grillo, Guardia nobile del Papa. L’ozio e l’organizzazione di scherzi ai danni di nobili e popolani sono il suo passatempo preferito , frequenta bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi della sua famiglia, tra cui emerge la figura della madre bigotta e autoritaria.

Le sue giornate sono caratterizzate dall’irrefrenabile desiderio  di prendersi gioco del prossimo senza far distinzione di razza, sesso e strato sociale,  non risparmiando neppure la sua famiglia oltre allo stesso Papa. La sua spregiudicatezza senza limiti prosegue liberamente fino al giorno in cui Napoleone invade lo Stato Pontificio e i francesi entrano a Roma arrestando il Pontefice, a guardia del quale ci sarebbe dovuto essere proprio Onofrio che, invece di assicurarne l’incolumità abbandona la postazione per dedicarsi al suo passatempo preferito. Durante il periodo d’occupazione il Marchese incontra una giovane e bellissima attrice, primadonna di una compagnia francese che debutta al Teatro dell’Opera e allaccia amicizia con un giovane ufficiale di Napoleone. I discorsi di libertà del giovane e la visione moderna ed emancipata dell’attrice esaltano il Marchese al punto da indurlo a lasciare Roma per trasferirsi a Parigi. La disfatta di Napoleone a Waterloo pone la parola fine al sogno e ristabilisce le vecchie gerarchie, il Marchese del Grillo torna a Roma dove ad accoglierlo trova un clima ostile e una condanna a morte, decisa dallo stesso pontefice, per il suo alto tradimento nei confronti del Papa. Naturalmente la commedia non finisce in tragedia bensì con un finale a sorpresa, infatti il Marchese che sta per essere giustiziato altri non è che una povera vittima di uno dei tanti scherzi del nobiluomo, un povero carbonaio che è la copia perfetta del Marchese il quale, con la complicità del suo fedele servitore, mette in scena la sua burla migliore.

Il marchese in teatro

Il Sistina è per antonomasia il teatro della commedia musicale, chi non ricorda Aggiungi un posto a tavola, Accendiamo la lampada, Alleluja brava gente, grandi successi di pubblico e grandi incassi tutti firmati Garinei e Giovannini. Il pubblico romano e non solo attende la prima del Sistina come quello scaligero a Milano, una tradizione che accomuna un pubblico eterogeneo e voglioso di una parentesi di ilarità ed a volte di irriverenza nel pieno rispetto dei canoni romani: non a caso il fil rouge del Marchese del grillo è proprio lo sfottò e lo scherzo a tutti i costi. Così la trama della commedia si espande e straripa, toccando il politico il sociale ed il religioso presentando pennellate di una Roma sempre attuale con le sue problematiche e le contraddizioni che la caratterizzano e la rendono popolare nel mondo. Dopo una magistrale interpretazione di Enrico Montesano andata in scena nel 2016 con grande successo di pubblico e critica seguita da una altrettanto riuscitissima tournèe Italiana, è stata la volta di Max Giusti che si è consacrato degno successore dell’Albertone nazionale. Le due edizioni entrambe firmate da Massimo Romeo Piparo si incasellano in modo inequivocabile nella collezione dei grandi successi dello storico teatro romano. Lo stesso Piparo, a conferma della continuità vincente dello spettacolo ha voluto il medesimo cast di attori e ballerini della precedente edizione. Anche per questa edizione si profila una tournée nazionale, mentre per soddisfare le numerose richieste del pubblico e viste le numerose repliche sold-out di ottobre e novembre,  la commedia musicale campione d’incassi e di risate, tornerà al Sistina in maggio 2023.

Giuseppe Paolo Cianfoni

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