“Siamo nati in città e piccole contrade” – questo è il tema dello spettacolo presentato al Teatro Marchesa in Corso Vercelli a Torino il 18 Dicembre 2022. Il lavoro nasce come continuazione del progetto Bio-Grafia, iniziato con la precedente produzione, “Le Sorelle” e offre uno sguardo complessivo sulla società odierna di Barriera di Milano con le sue storie e i suoi sogni mancati in un crocevia di melting pot.
Si tratta del risultato di un lavoro di introspezione interiore degli attori partecipanti a precedenti laboratori, tenuti tra i mesi di ottobre e novembre, che hanno fornito, insieme al testo “Generazione Perduta” di Vera Brittain, il materiale costitutivo dell’opera teatrale con forti immagini che sono parte del vissuto degli attori. I frammenti di vita vissuta, riproposti durante lo spettacolo, pur nella loro semplicità, abbinati ad un abile movimento di pannelli, che costituivano il punto focale della scenografia, in simbiosi con il corpo degli attori, creavano un ventaglio sui problemi, le sofferenze, le perdite ma anche le felicità e le aspettative proprie non solo della generazione più anziana ma anche dei più giovani. I protagonisti della rappresentazione raccontano l’esperienza personale di viaggi di migrazione in un periodo storico compreso tra gli anni ‘50 e l’attualità post Covid.
Le scenografie ideate dall’artista Cosimo Veneziano e la curatrice del percorso laboratoriale e drammaturgico Lorena Tadorni con gli studenti e le studentesse del corso di scenografia delle Scuole Tecniche San Carlo, agivano come dei veri e propri costumi di scena degli attori. Ciascun pannello pittorico rappresentava il vissuto di ogni partecipante, creato artisticamente unendo l’intelligenza artificiale e la creatività umana per concepire un concept innovativo, utile al potenziamento della narrazione e suscitare stupore nel pubblico.
Un altro aspetto fondamentale dello spettacolo è costituito dalla musica, anch’essa selezionata e utilizzata in funzione delle esigenze degli attori e dei loro vissuti. Lo spunto narrativo si appoggia sapientemente a musiche, curate da Costanza Bellugi, che attraversano il tempo biografico vissuto dalle persone, come per esempio nella canzone “Nevicata del ’56” di Mia Martini per accompagnare l’immagine di una nevicata straordinaria avvenuta in Sardegna in quell’anno.
L’effetto finale dell’opera è ben riuscito e assolve a quella che è una delle principali caratteristiche del teatro di comunità: creare e rafforzare i legami fra individui provenienti da diversi territori e culture, emozionando sia gli attori sia il pubblico, che in uno scambio continuo si sente rappresentato e rispecchiato, identificandosi in una comunità, in un quartiere, meglio ancora in una “Circoscrizione”, se si pensa all’organizzazione amministrativa della Città di Torino, con l’obiettivo di includere e far sentire a casa le persone da qualunque parte del mondo arrivino.
Linda Steur
Progetto-evento Maria Grazia Agricola e Duccio Bellugi Vannuccini con la collaborazione di Céline Schlotter
Assistenza alla drammaturgia Giulia Ruggiero
Contributi musicali Costanza Bellugi
Disegno luci Cristian Perria con la collaborazione di Francesco Dell’elba
Scenografie ideate da Cosimo Veneziano realizzate dagli/lle studenti/esse del corso di scenografia delle Scuole Tecniche San Carlo a cura di Lorena Tadorni
In scena e autori Elena Alexandrescu, Ilaria Sara Aseglio Gianinet, Paola Campo, Giuseppina Choc, Gaia Diversi, Nezha Elmoutchou, Mario Forte, Angelica Ieropoli, Enza Lasalandra, Attilio Piglia, Giovanna Pisano, Matteo Scaramozzino, Giovanni Serrano, Antonio Verdini
molto interessante