In principio era la relazione. Relazione tra di loro, relazione col pubblico, relazione con la società, dai margini al centro, dal centro ai margini.
Se si vogliono trovare le ragioni da cui nasce Antigone e i suoi fratelli, in scena in questi giorni fino al 22 Gennaio alle Fonderie Limone di Moncalieri, bisogna cercarle fuori e oltre i confini dello spettacolo: nelle scuole, nelle carceri, nelle periferie, luoghi in cui quotidianamente i Potenziali Evocati Multimediali – PEM – operano portando le pratiche teatrali, per stimolare l’interazione, in un mondo in cui la comunicazione è sempre più mediata, attraverso schermi. PEM è un’impresa sociale di giovani attori guidati da Gabriele Vacis, nata nel 2021.
È un lavoro che parte dal corpo, volto a creare presenza, l’esserci insieme. E poi le storie che i Potenziali evocati Multimediali mettono dentro a questo luogo sono la conseguenza della relazione che fonda quel luogo. Può starci Antigone, può starci Prometeo, o un testo di Wedekind, o una poesia, una canzone, un pezzo di autofiction.
Il risultato è quello di un teatro estremamente autentico in cui un gruppo di attori giovanissimi riescono con pochi mezzi a trascinarti a Tebe di 2500 anni fa. Tutto è fatto con cura; la musica non è riprodotta, cantano e suonano benissimo. E lo fanno, non perché hanno voglia di farlo, ma perché hanno la necessità di stare lì a raccontarti Antigone.
La storia di Antigone riescono a scovarla soprattutto nel presente, in tutte quelle volte che ci siamo trovati di fronte a una scelta difficile. Mescolando linguaggi: pescando a piene mani da quel sacco enorme che è la storia del teatro e giocandoci: Artaud! Il Living! Brecht! Brook! E non è una conoscenza libresca, ma assimilata, incarnata.
Se vi perdete questo spettacolo siete pazzi! Non perché sia lo spettacolo perfetto, le repliche sono tante, tutto andrà limato, ma perché si entra in un’oasi. Un luogo in cui se c’è la consapevolezza che i grandi ideali sono tramontati, le rivoluzioni fallite, c’è invece la possibilità di stare insieme, rievocarne la scintilla, e provare a farne un fuoco.
da Sofocle
adattamento e regia Gabriele Vacis
con (in ordine alfabetico) Davide Antenucci, Andrea Caiazzo,
Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti,
Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi,
Gabriele Valchera, Giacomo Zandonà
scenofonia e ambienti Roberto Tarasco
pedagogia dell’azione e della relazione Barbara Bonriposi
dramaturg Glen Blackhall
suono Riccardo Di Gianni
cori a cura di Enrica Rebaudo
PH. Andrea Macchia
Giuseppe Rabita
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con Associazione culturale PEM
Già all’ingresso le fonderie Limone ci sono piaciute molto perché una zona industriale dismessa è stata riconvertita per l’arte. Lo spettacolo Antigone e i suoi fratelli, ci é piaciuto molto per l’intensità degli attori, sopratutto l’interprete di Giocasta intensa e trasmetteva una forte emozione, Ci è piaciuta molto anche la semplicità della scena con pochi elementi hanno reso intense alcune scene, tra tutte l’uso di un telo di plastica sottile mosso fin sul pubblico… non ho tanto compreso una scena in cui il tempo era quello presente con Il racconto della morte di un ragazzino… ci torneremo comunque volentieri. Complimenti!!!