QUANTA NATURA ANCORA C’E’ NELL’UMANO?

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane […]


Il 24 e il 25 gennaio è andata in scena al Teatro Astra per il TPE la produzione del 2021 Rifare Bach di Roberto Zappalà.

Già il sottotitolo favorisce la comprensione del campo semantico di riferimento: la naturale bellezza del creato. Con questa performance il coreografo siciliano, infatti, tenta di riportare sulla scena un universo
etereo e carnale, in cui tutti i suoi costituenti si mescolano ed incontrano, dandosi forza a vicenda.

Ph: Salvatore Pastore


Il sipario si alza. Un insieme di versi e suoni ci trasporta in un ambiente naturalistico (forse uno stagno) da cui emergono i dieci danzatori che da terra progrediscono nella loro postura fino a raggiungere la posizione
eretta. Fin da subito l’immaginario è fortemente animalesco e questo viene riconfermato da alcuni versi ben distinti, sia diegetici che extradiegetici, che ricorrono per l’intera durata dello spettacolo (70 minuti).

Protagonisti indiscussi di Rifare Bach sono i corpi delle dieci creature in tutine di sfumatura differenti, che con il solo movimento creano continui e diversi paesaggi in cui lo spettatore può immergersi.

Ph: Serena Nicoletti


Il palco si presenta suddiviso in due porzioni: un avanti e un indietro tramite una tenda che lascia intravedere ciò che accade posteriormente, ovvero ciò che non vorrebbe essere mostrato, ma che trova la forza di palesarsi. Sono due i mondi che coesistono in una stessa porzione spazio-temporale e questa caratteristica strutturale va a definire fortemente tutta la performance. Molti infatti sono i duetti, trii o quartetti messi in evidenza e che a loro volta confermano la padronanza del linguaggio di movimento proprio di Zappalà sui corpi della compagnia, a cui fanno da atmosfera le altre creature che si muovono dietro.

Non mancano comunque i momenti corali, con una danza precisa e puntale ed un uso della mimica facciale importante, che diviene parte integrante della scrittura coreografica.

Ph: Salvatore Pastore


Bach accompagna questo viaggio verso un immaginario quasi etereo, ma tenuto concreto dai corpi dei danzatori.


La musica di Bach per quanto mi riguarda riesce ad unire ogni espressione d’arte sotto uno stesso involucro ed è strumento di creatività infinita così come lo è la natura, anche quella che (nei suoni) é presente nel mio lavoro e che ha stimolato la mia capacità cognitiva di creare e inventare e così il mio processo di acquisizione di conoscenze e comprensione attraverso il pensiero. (Fonte: RIFARE BACH – Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza).


Bach sostiene il viaggio di Zappalà con alcuni dei suoi brani più celebri a cui il coreografo ha apportato alcuni spunti di modifica, come un remixaggio, donando un ritmo da discoteca. Questa variante è utilizzata
due volte (verso l’inizio e circa a metà), spezzando nonché accelerando il ritmo continuato e costante dello spettacolo.


Rifare Bach termina con una speranza che può essere ricondotta alla cascata di neve sul finale che tutto imbianca. Il mondo ha ancora speranza di rinascere o, meglio, può continuare semplicemente nel suo
essere?

Ph: Meliti
[...]La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,

canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.


La pioggia nel pineto, Gabriele D’Annunzio, 1902


Zappalà, come D’Annunzio, dischiude una riflessione: quanto umano ancora c’è nella natura? Quanta natura c’è ancora nell’umano?

Federica Siani

Rifare Bach
coreografia e regia: Roberto Zappalà
musica: Johann Sebastian Bach
un progetto di Roberto Zappalà e Nello Calabrò
luci e scene Roberto Zappalà
costumi Veronica Cornacchini e Roberto Zappalà
realizzazione scene e costumi Theama for Dance
danzatori: Corinne Cilia, Aya Degani, Filippo Domini, Anna Forzutti, Gaia Occhipinti, Delphina Parenti, Silvia Rossi, Joel Walsham, Valeria Zampardi, Erik Zarcone
assistente alle coreografie Fernando Roldan Ferrer | assistente alla produzione Federica Cincotti
management Vittorio Stasi
direzione tecnica Sammy Torrisi
direzione generale Maria Inguscio
una produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro Nazionale di Produzione della Danza
in coproduzione con Belgrade Dance Festival (Belgrado), Fondazione Teatro Comunale di Modena, MilanOltre Festival (Milano) coproduzione e residenza Centre Chorégraphique National de Rillieux-ì la-Pape (Lione)
in collaborazione con M1 Contact Contemporary Dance Festival (Singapore), Hong Kong International Choreography Festival (Hong Kong), Teatro Massimo Bellini (Catania) con il sostegno di MIC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Ass.to del Turismo dello Sport e dello Spettacolo,

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