Dopo El Ensayo, dal 18 al 23 Aprile, Principia chiude il ciclo delle performance di danza inserite nella stagione 2022/2023 del TPE.
Il regista e coreografo Alessio Maria Romano, attraverso i corpi di Mattéo Trutat e Francesca Linnea Ugolini, porta sul palco del Teatro Astra una delle più importanti opere del pensiero scientifico, in cui sono enunciate le leggi della dinamica e la legge di gravitazione universale.
Lo spettatore, che fin dall’ingresso al foyer viene guidato dalle parole di Isaac Newton (reinterpretate dalla voce di Marta Pizzigallo), si ritrova in uno spazio semplice e ordinato, costituito solo da due grosse sfere appese al soffitto: ognuna compie un moto continuo circolare senza mai scontrarsi con l’altra. Lo stesso avviene per i ballerini che ripetono sempre le stesse sequenze, ma singolarmente, dando l’illusione agli spettatori di assistere ad un ballo di coppia anche se tra i due non c’è alcun tipo di contatto. In questo incessante gioco di attrazione e repulsione, il pubblico non fa altro che bramare la ricongiunzione dei corpi, che continuano a muoversi in modo perfetto, quasi “scientifico”, come pianeti che orbitano al centro del sistema solare.
La drammaturgia sonora curata da Franco Visioli occupa un ruolo importante grazie ai diversi cambi di ritmo ed energia che scandiscono la performance. Questo però non sembra influire sul continuo vorticare dei ballerini che insistono sulle loro sequenze ormai monotone: i movimenti, sempre uguali a se stessi, iniziano man mano a perdere dinamicità.
In generale i lavori di drammaturgia svolti per questo spettacolo sono molteplici (dalla parola, al movimento, alla luce, etc.), eppure l’integrità che si crea tra i singoli non risulta poi così efficace. Anzi, pare quasi che questi viaggino su binari diversi.
Ed è soltanto verso la fine che il pubblico inizia a chiedersi: non sarà forse questo l’intento? Dare vita a movimenti ripetitivi che proseguono paralleli agli altri, come le orbite dei pianeti nello spazio?
Così i due corpi ci fanno credere di poter andare avanti all’infinito, riproducendo i passi di Fred Astaire e Ginger Rogers, la celebre coppia di ballerini anni Trenta. Il riferimento è anche esplicito nel programma di sala, ma come mai Alessio Maria Romano sceglie proprio loro due? Che cos’hanno in comune i due divi con la legge di gravitazione universale?
Evidentemente il regista e coreografo intendeva solo insistere sul tipo di movimento, un moto orbitale che permane fino alla chiusura dello spettacolo: le sfere riprendono a girare fino a quando in una delle due fuoriesce della polvere, lasciando una spirale per terra.
E l’altra sfera invece? Come mai non produce nulla?
Una performance del genere non poteva che far emergere una quantità spropositata di domande, la stessa che accompagna l’uomo da sempre senza dargli pace, senza aver ancora capito l’esistenza di questo spazio immenso e oscuro (perfetto o imperfetto che sia) nel quale siamo costretti a vivere.
Angelica Ieropoli
progetto di AMR/DALISI
regia e coreografia di Alessio Maria Romano
cast Mattéo Trutat, Francesca Linnea Ugolini
voce di Marta Pizzigallo
dramaturg Linda Dalisi
drammaturgia sonora Franco Visioli
spazio scenico Giuseppe Stellato
progetto luci Giulia Pastore
costumi Giada Masi
assistente alla creazione Riccardo Micheletti
consulente scientifico Prof. Enrico Trincherini (Scuola Normale Superiore)