Gisellə – Compagnia Cornelia | Nyko Piscopo

Ambientato nella contemporaneità del Teatro Astra, l’8 febbraio 2025 è andata in scena la Prima Assoluta di Gisellə, interessante reinterpretazione del celebre balletto romantico del 1841.

Rumori, suoni, riverberi e vibrazioni, opera dell’innovativo lavoro del compositore Luca Canciello, trasportano lo spettatore in una dimensione eterea, alienante e distopica.

Il confine tra realtà e fantasia, concretezza e virtualità si intreccia e a tratti si fonde, diventando un tutt’uno.

Leggi tutto: Gisellə – Compagnia Cornelia | Nyko Piscopo

Amore oltre il genere, il binarismo, il pregiudizio e l’inganno: Gisellə non è solamente l’innocente campagnola innamorata ma ballerin* emblema della società attuale e contemporanea. Gisellə è dialettica di movimenti e relazioni umane che vanno oltre i confini del tempo e del luogo e della realtà.

Lo stile Gaga utilizzato in alcune scene dal corpo di ballo alternato a parti di repertorio e duetti tipici delle rappresentazioni dei contadini è scelta convincente che mostra il legame tra passato e presente.

Precisione nella partitura scenica, essenzialità della scenografia e cura nei costumi danno vita a una scena armoniosa ed elegante.

La buona fluidità nei movimenti e in tutta la scena rende gli incastri dei tempi e la loro scansione ritmata ed equilibrata, alternando momenti di riflessione emotiva e spirituale a momenti di gioia e vivacità.

La scelta dell’utilizzo di scarpe da ginnastica, come elemento pop, trasmette ampiamente l’immagine di modernità. Balze e volant tanto eleganti quanto irriverenti conferiscono vitalità ai personaggi.

Sagace, in una società contemporanea in cui il costume non definisce più l’identità di genere, l’idea di svelare l’inganno di Albrecht (principe, vestito da popolano di cui si innamora Gisellə senza conoscere la sua vera identità) attraverso la trasformazione del suo costume, dove un merletto bianco da gonnellino diventa gorgiera.

L’utilizzo insieme alle luci di scena di grandi ventagli bianchi come unico elemento scenografico che assumono dapprima il significato di case dei paesani, poi alberi e infine diventano schermo e legame con i personaggi delle Villi, spiriti di donne morte per amore prima di convolare a nozze che, vagando per i boschi la notte si vendicano facendo ballare gli uomini fino alla morte, mostra poliedricità e versatilità anche negli oggetti di scena.

Tra attese e sospiri la tensione, così come l’attenzione dello spettatore sono costantemente mantenute vive.

Gisellə, divenutə di ghiaccio dopo aver scoperto l’inganno, nonostante i tentativi vani di Albrecht di riscaldarlə e mantenerlə in vita, muore.

La rappresentazione delle Villi, mostrata attraverso un video proiettato su uno schermo costituito dai ventagli chiusi e accostati tra loro, trasporta in una dimensione fantastica in cui si nota Albrecht soffrire e impazzire a causa del loro potere, ma salvarsi inaspettatamente dalla morte.

L’utilizzo dello schermo in questa scena è sia utile a mostrare l’inganno dietro l’apparenza sia utile a creare un confronto diretto tra realtà e tecnologia. Vista e visione nella follia di Albrecht si confondono ed è difficile scindere fantasia e realtà.

Lo schermo è simbolo della tecnologia, mezzo utile a creare immagini che, per quanto verosimili, sono spesso fittizie. Il rischio è che tali immagini possano confondersi con figure e ricordi reali lasciando all’essere umano una visione distopica della realtà.

Nella scena finale Gisellə, ormai parte delle Villi, andando oltre lo schermo appare sotto forma di spirito davanti agli occhi di Albrecht, che stenta a credere alla realtà di ciò che vede.

A differenza del balletto del 1841, il senso ultimo dello spettacolo non è il perdono di Gisellə, bensì la vastità della natura umana con tutte le sue emozioni e le sue relazioni.

Una rappresentazione moderna che lascia col fiato sospeso, capace di stuzzicare la mente e far riflettere su passato e presente.

Marta Cavalliere

CREDITI:

coreografia – Nyko Piscopo

sound design e musiche originali – Luca Canciello

scenografia – Paola Castrignanò

costume design – Daria D’Ambrosio

costume design (video) – Pina Raiano

video artist – Andrea de Simone aka Desi

danzatori – Mimmina Ciccarelli, Nicolas Grimaldi Capitello, Leopoldo Guadagno, Eleonora Greco, Raffaele Guarino, Francesco Russo, Sara Ofelia Sonderegger, Matilde Valente

danzatori (video) – Marina Iorio, Giuseppe Li Santi, Samantha Marenzena, Rita Pujia, Chiara Saracco

foto – Serena Nicoletti

management – Vittorio Stasi

produzione – Cornelia

co-produzione – Scenario Pubblico – Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la danza

supporto – ATERBALLETTO – Fondazione Nazionale della Danza; Asti Teatro, Officine San Carlo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *