Dove si nasconde il significato
Uno spettacolo coinvolgente, simpatico, provocatorio ma soprattutto capace di attirare magneticamente l’attenzione dello spettatore per tutta la durata della performance. Questa è l’anima centrale dell’opera che Cristiana Morganti porta sul palco dopo il lungo periodo della pandemia. Un racconto, nato dalla trasformazione di un progetto precedente che non ha potuto realizzarsi a causa del COVID. Da quel periodo l’attrice si porta dietro la frustrazione, la necessità di esprimersi e la grande voglia di sfogarsi, che riesce a trasportare sulla scena utilizzando anche un coinvolgente senso umoristico condito anche da qualche provocazione verso gli spettatori.
Già dal primo momento viene resa chiara l’atmosfera dell’intero percorso: stuzzicare il pubblico e portarlo a riflettere, non permettendogli una visione passiva dello spettacolo. Inoltre, viene messa in luce quella domanda che uno spettatore spesso si pone durante la visione e anche dopo: quale sia il significato di ciò che vede. A questo dubbio si farà riferimento in diverse occasioni, però senza arrivare mai ad una risposta, lasciando in sospeso la questione. Forse è futile soffermarsi costantemente sul significato, forse l’opera è fine a se stessa o forse semplicemente è un’occasione di sfogo dell’artista, come accenna in un commento Cristiana Morganti. In un’altra occasione, crea una forte destabilizzazione dell’idea classica di uno spettacolo per uno spettatore medio: un momento di confronto diretto con la performer che invece di essere alla fine del lavoro viene collocato al suo interno creando un attimo di respiro inaspettato nella performance.
Chiaramente tutti questi elementi non funzionerebbero in maniera così leggera e fluida senza la magistrale presenza di Cristiana Morganti, ideatrice e unica performer sul palco. Non ci sono momenti di noia, l’artista riesce costantemente a tenere alta l’attenzione e a realizzare uno spettacolo di alto livello, grazie a un’ottima presenza scenica e alla maestria nel movimento del corpo, dovuta anche alla sua esperienza ventennale con Pina Bausch. Proprio a questo periodo della sua vita inoltre, è dedicato un attimo di introspezione e riflessione sul come ciò vada a pesare sulle aspettative e responsabilità della stessa Morganti: la performer crea una scena comica per il pubblico, ma dal forte impatto emotivo, evidenziando come la sua formazione possa trasformarsi in un costante giudizio sia che ne tragga ispirazione sia che cerchi di intraprendere una strada originale.
La scenografia è quasi assente: lo spazio è vuoto e gli oggetti di scena sono pochi ed essenziali. Sono presenti solamente un microfono a destra e una poltrona gonfiabile a sinistra, ma grazie alle luci e alle proiezioni sullo schermo diventano strumenti molto efficaci nel suscitare immaginari ed emozioni.
Nel complesso si tratta di uno spettacolo molto riuscito: mantiene leggerezza e divertimento, ma allo stesso tempo porta anche delle riflessioni un po’ più profonde e questo accostamento di elementi opposti crea nello spettatore sia una risata, ma anche una sensazione di malinconia. L’elemento più bello del lavoro è quel non prendersi troppo sul serio. Eppure sotto questa superficie di divertimento che cattura il pubblico, troviamo la bravura di Cristiana Morganti, elemento fondamentale che riesce a rendere questo spettacolo piacevole per spettatori anche molto diversi, senza dover tenere conto per forze della loro formazione.
Gabriele Corbo e Silvia Revelli
Coreografie, drammaturgia e interpretazione Cristiana Morganti
Regia Cristiana Morganti, Gloria Paris
Disegno luci Laurent P. Berger
Creazione video Connie Prantera
Assistente di prova Elena Copelli
Datore luci Matteo Mattioli
Audio/video Giovanni Ghezzi
Produzione esecutiva Lisa Cantini
Ufficio stampa Elisa Sirianni
Produzione Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale
In coproduzione con Fondazione I Teatri – Reggio Emilia, Théâtre de là Ville- Paris, MA scène nazionale – Pays de Montbéliard
Con il sostegno di Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento
Si ringraziano Francesca Della Monica e la Peter Kowald Gesellschaft / ORT e.V. Wuppertal
Distribuzione per l’Italia Roberta Righi
International management Aldo Grompone