LA CORPORALITÀ DELLE PAROLE

Una fiaba scritta nel Seicento tratta da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile: La Papera, che racconta appunto di una papera che caca scudi d’oro con un’architettura di personaggi, come dice Emma Dante, dove il re non è il vero protagonista, ma l’avidità e l’invidia.
Emma Dante riscrive la fiaba dando centralità al re che è un emarginato, un uomo profondamente solo e alla famiglia che vive a corte, una famiglia ipocrita che fa finta di prendersi cura di lui ma che in realtà vuole solo il suo potere e le sue uova d’oro.
La vicenda si dipana da un improvviso bisogno corporale del protagonista che non avendo nulla per nettarsi, si serve di una gallina che, non essendo morta, risale nelle sue viscere e si alimenta delle sue interiora e del cibo che egli mangia.
La gallina è come un cancro e il Re vorrebbe liberarsene perché sta male e questa sofferenza è interpretata magistralmente da Carmine Maringola attraverso una cura e una ricerca del movimento corporeo che si fonde alle parole che diventano esse stesse corpo in quanto generate dal corpo stesso.
Cosi prende vita quella che la Dante definisce la dimensione fisica delle parole.
Il lavoro si ispira alla commedia dell’arte , al grottesco, e infatti gli attori si muovono come se avessero delle maschere e colmano il vuoto scenografico; la danza, la scompostezza e lo studio sui dettagli delle dame a corte sono gli elementi di lavoro e di ricerca degli attori della compagnia che hanno generato una coralità di movimenti grazie ad un training fisico impegnativo, elemento fondamentale per la Dante che ne diventa quasi ossessionata. Per lei il personaggio deve essere preparato nel dettaglio. La regista parla di arte del servire, perché non basta saper recitare.
Come si è detto lo spettacolo utilizza la lingua napoletana del Seicento, ci sono espressioni ermetiche ma che arrivano nel corpo e quindi la lingua non è un ostacolo soprattutto per il pubblico italiano; anche il cibo è un ingrediente per raccontare la vita e addirittura la regista crea la danza degli spaghetti (e non solo): il cibo e il suo consumo diventano metafora.
Cosi come la corte vuole invogliare il Re a mangiare poiché sta facendo sciopero della fame, anche gli attori in un certo senso vogliono far venir fame agli spettatori immergendoli in quel mondo di vizi, di bugiardi e di furfanteria da Pulcinella, dove le dame si muovono come delle galline dagli sguardi vuoti.
Emma Dante, oltre a dare un enorme importanza al corpo, accompagna il suo spettacolo con musiche del Seicento di Stefano Landi, bisogna morire e ci ricorda una danza macabra.
“Oh come t’inganni
Se pensi che gl’anni
Non hann’ da finire,
Bisogna morire
È un sogno la vita
Che par sì gradita,
E breve gioire,
Bisogna morire
Non val medicina,
Non giova la China,
Non si può guarire,
Bisogna morire”
E poi ancora chiude lo spettacolo con Franco Battiato con la sua versione di passacaglia.
Ognuno di noi realizza la propria passacaglia: un passaggio di stato esistenziale che non riguarda solo la morte, ma i numerosi passaggi e le necessarie trasformazioni che dovrebbero caratterizzare la vita di un essere umano in evoluzione. Ma per evolvere bisogna morire.
Uno spettacolo potente, ferocemente attuale, che lascia ad ognuno la propria morale , che ha che fare con la solitudine e l’abbandono e come sempre Emma Dante ci offre una possibilità, una relazione che il teatro crea, contro la distrazione e la poca qualità, contro la sciatteria,. Come dice la stessa Emma Dante: il teatro è un occasione per sistemare le cose.
Alessandra Lai
Crediti:
Libero adattamento da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile
scritto e diretto da Emma Dante
elementi scenici e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro
assistente ai costumi Sabrina Vicari
con Carmine Maringola, Annamaria Palomba, Angelica Bifano, Davide Mazzella, Simone Mazzella, Stephanie Taillandier, Viola Carinci, Davide Celona, Roberto Galbo, Enrico Lodovisi, Yannick Lomboto, Samuel Salamone, Marta Zollet, Odette Lodovisi
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
organizzazione Daniela Gusmano
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, Carnezzeria, Célestins Théâtre de Lyon, Châteauvallon-Liberté Scène Nationale, Cité du Théâtre – Domaine d’O – Montpellier / Printemps des Comédiens