Permettetemi di iniziare da un luogo comune: le certezze nella vita sono poche. Tra queste, soprattutto se ci si occupa di danza, c’è Elisa Guzzo Vaccarino, che lunedì scorso, 27 novembre, ha presentato il suo nuovo libro Eros e Danza, in dialogo con il Professor Alessandro Pontremoli, docente di storia della danza presso il DAMS di Torino. Elisa Vaccarino è giornalista, storica della danza, icona della critica e può vantare uno straordinario repertorio di studi e pubblicazioni fondamentali per la danza contemporanea.
Primo di una serie di incontri riuniti sotto il titolo Scritture di danza- Miti, Storie; Professioni, quello su Eros e Danza è stato un illuminante viaggio nella storia della danza del Novecento da una prospettiva particolare. Il volume segue un’articolazione geografica che parte dall’Europa per poi volare oltre gli oceani a riscrivere gli snodi storici della danza contemporanea.
L’Eros è molto più della sessualità: è un immaginario complesso e strutturato, che trova nel corpo il suo strumento. Strumento che condivide con la danza: senza corpo non c’è danza. “Corpo”, parola chiave che incontriamo sfogliando il libro fin dalle prime pagine, è il luogo dove Eros e Danza si incontrano; ecco allora che la sua messa in scena apre il mondo del desiderio, nella sua trasformazione in immagini e nelle dinamiche di comunicazione tra corpi.
Il viaggio inizia nella Francia degli anni Dieci, che diede i natali ai Ballets Russes di Djagilev, dove Le Sacre du printems sconvolge e fa scandalo con una risonanza tale da essere forse l’opera più volte ripresa, reinterpretata, modificandone gli equilibri tra dimensione rituale e istinto erotico. Dopo Nižinskij, saranno Maurice Béjart, Angelin Preljocaj, Pina Baush, in Italia Virgilio Sieni a riplasmare il corpo e la sua carica erotica; sono però più di duecento i tentativi di riscrittura scenica. Sorte analoga per L’Après-midi d’un faune che rivive e rinasce finché le figure del fauno e della ninfa non vengono a coincidere.
Sfogliando avidamente le pagine di questo volume -e godendo della ricchezza delle sue immagini- non ho potuto fare a meno di chiedermi quale sia il ruolo del pubblico di fronte a questa danza, dove stia il confine tra fruizione edonistica e voyeuristica; quanto questo pubblico debba vivere a disagio, se debba partecipare o quanto debba godere dell’opera. La risposta dell’autrice è decisa: il pubblico deve essere a disagio. L’elemento disturbante è ciò che porta lo spettatore a riflettere e dunque a partecipare. L’opera non è intrattenimento perché, sottolinea la Vaccarino, la danza contemporanea è intelligente, nasce dall’esigenza di comunicare un problema, pertanto non può essere piacevole.
Eros e Danza è una storia della danza contemporanea ricca di stimoli originali, a tratti spiazzanti, frutto della ricerca di chi ha sempre avuto la sensibilità per cogliere sfumature, tendenze sociali e culturali nella loro forma embrionale e la disarmante capacità di descriverle sistematicamente. Si lancia uno sguardo anche oltre la danza, dove il corpo prende il sopravvento, con le sue azioni, con la sua sola presenza, in una dimensione in cui la performance volta a desacralizzarne le forme non lo può fare del tutto: il pubblico mantiene viva la comunicazione tra corpi, che, dunque, lascia fuori dalla porta la volgarità diretta.
Elisa Vaccarino ha scritto un libro che invoglia a essere pubblico di questa danza; lo ha arricchito con immagini preziose e lo ha corredato di un repertorio di video accessibili tramite l’applicazione ClipCase. È un volume da sfogliare, guardare, leggere e rileggere, un libro in cui sentirsi scomodi, ma allo stesso tempo rapiti dalle forme dei corpi e da ciò che hanno da raccontare.
Lucrezia Collimato
Scritture di danza- Miti, Storie; Professioni
a cura di La Piattaforma. Nuovi corpi Nuovi sguardi nella danza contemporanea di comunità
Eros e Danza
Elisa Guzzo Vaccarino in dialogo con Alessandro Pontremoli
Torino, 27 novembre 2017
Polo del Novecento