Il buio. Da questo siamo accolti noi spettatori entrando in sala. Un buio disarmante, disorientante, che ci coglie all’improvviso. Ci prepariamo ad essere guidati dalle voci, dai colori e dalle ombre di Controluce Teatro d’Ombre, ospiti alla XXVI edizione di Incanti, che ci accompagnerà nell’arduo compito di muoverci all’interno di un vero e proprio labirinto, fatto di teli, colori e luci.
Il mito del Minotauro si snoda attraverso le immagini, create con abilità dagli artisti, e le poche parole che gli attori pronunciano in modo asciutto, chiaro, efficaci per delineare perfettamente la storia che prende sempre più vita davanti agli occhi degli spettatori.
Le immagini ci inseguono e si fanno inseguire, guidate dal ritmo e dalle suggestioni della musica: ci guidano al fianco di Teseo e Arianna, che cercano con paura e fibrillazione il Minotauro, mostro che deve essere giustiziato per la colpa di essere nato diverso. Arrivati alla fine del percorso però capiamo che il viaggio è iniziato per essere percorso all’interno di noi stessi, cosa che il buio ha permesso con facilità.
Arriviamo così al cuore pulsante della nostra anima, come ci suggeriscono anche i colori sempre più accesi e la musica che diventa ogni secondo più pulsante e ritmata.
Così il Minotauro non viene ucciso, poiché è dentro di noi: la sua ombra, quella del mostro, quella di Teseo, il razionale e coraggioso, e Arianna, la ribelle, diventano una cosa sola, tutte caselle di uno stesso puzzle che compone la nostra interiorità: chi è in grado di tenere a bada tutte le tessere?
Nonostante l’idea del labirinto risulti forse un po’ scontata, dato il titolo dello spettacolo, le immagini che si muovono seguendo il ritmo e le suggestioni della musica, l’esperienza da condividere a stretto contatto con gli altri spettatori e la vicinanza con gli attori, creano indubbiamente un’atmosfera abbagliante e la curiosità di voler scoprire cosa ci sia oltre l’angolo del labirinto.
Con Clementina Kura-kura, Damián Bojorque, Pierre Jacquemin, Samuel Zucchiati
Collaborazione Elena Campanella
Impianto scenico Jenaro Meléndrez Chas
Supervisione ombre Cora De Maria
Impostazione registica Alberto Jona
produzione Incanti 2018 in collaborazione con El Gecko con Botas
Alice Del Mutolo