FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI

CONFERENZA STAMPA 28ESIMA EDIZIONE

Il Festival delle Colline Torinesi, uno degli appuntamenti più attesi dalla città di Torino, tornerà dal 14 ottobre al 15 novembre, mantenendo la veste  autunnale che ha assunto negli ultimi anni. Il festival, nato nel lontano 1996, ogni anno si ripropone come un momento in grado di far riflettere sul contemporaneo. Ciò avviene, da quasi 30 anni, sotto l’instancabile e appassionata  direzione di Isabella Lagattolla e Sergio Ariotti.

Il programma della ventottesima edizione, realizzata in stretta collaborazione con il TPE (Teatro Piemonte Europa, Teatro Astra), è stato presentato nel pomeriggio di mercoledì 10 maggio.  Ad accogliere l’appuntamento la splendida cornice della fondazione Merz dove ancora più suggestivo è stato l’allestimento della sala. La conferenza stampa si è tenuta attorno ad un tavolo a spirale di metallo e vetro, opera di Mario Merz. Alle pareti le foto della mostra Palermo Mon Amour, un’esposizione che attraverso gli scatti di cinque artisti (Enzo Sellerio, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Fabio Sgroi e Lia Pasqualino) restituisce un racconto della storia di Palermo.  Il tema di quest’anno, come spiega Ariotti, è ancora una volta quello dei Confini/Sconfinamenti. Un binomio a cui è possibile accedere attraverso un duplice sguardo. I confini a cui si riferisce la fulgida coppia di curatori non sono soltanto confini geografici, ovvero quelli  oltrepassati da migranti  e rifugiati, ma sono anche confini di tipo artistico-espressivo.

“Il bisogno di oltrepassare un confine, la necessità di espatrio – individuale o collettivo che sia – è un qualcosa che affonda le radici in un passato insondabile. Una necessità antica quanto il mondo stesso”, afferma Sergio Ariotti durante la presentazione dei vari artisti ospiti.

Nel corso delle ben articolate giornate di festival si avrà modo di osservare lavori provenienti anche dalla scena internazionale. Sono ben 16 gli spettacoli che compongono l’edizione di quest’anno. Da uno sguardo rivolto ai celebri migranti del passato quali Hannah Arendt e Walter Benjamin si passerà a sondare il terreno della drammaturgia contemporanea. Un peregrinare artistico-intellettuale all’interno del fenomeno migratorio che ha assunto, durante la sua evoluzione lungo il corso del ‘900, caratteristiche peculiari a seconda del periodo storico.

“Il Festival, in questo determinato momento storico deve essere un modo per poter far riflettere su quello che sta avvenendo nel mondo. In passato ci sono stati esodi dettati dalla povertà, oggi i motivi che spingono i flussi migratori sono più complessi”, continua Ariotti nel corso della conferenza stampa. 

Ad aprire il festival sarà lo spettacolo Hartaqāt di Lina Majdalanie e Rabih Mroué. I registi mettono in scena tre testi di tre autori Libanesi. Non a caso, quest’anno il Libano è stato scelto come paese ospite. Uno spettacolo dove si parla di momenti di vita trascorsa nei propri paesi di origine ma anche di abbandoni necessari, alla volta di paesi sconosciuti in balia di nuove lingue e identità sociali e di genere diverse. 

Nella serata del 28 ottobre andrà in scena Blind Runner,  testo dell’autore iraniano Amir Reza Koohestani. Il testo narra  del desiderio di due coniugi indiani di voler fuggire in Inghilterra attraverso il canale della Manica. Il progetto si scontrerà  con la disposizione dell’arresto, per motivi politici, nei confronti della donna. Non si spegne però, nei due, il sogno di un progetto di fuga.  

Diversi sono gli spettacoli in lingua originale che naturalmente saranno provvisti di sottotitolazione in italiano. A rientrare a pieno titolo nel discorso mosso dal tema del festival Confini/sconfinamenti è quello della cecità. Il sopra citato Blind Runner presentato in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo sarà provvisto di audiodescrizione in tempo reale per le persone cieche.  Continua anche la collaborazione con Romeo Castellucci e con il Teatro Stabile di Torino. Dopo l’acclamato Bros, in calendario la scorsa edizione, quest’anno l’artista cesenate torna ad essere ospitato con il suo nuovo lavoro Il Terzo Reich. Non manca nemmeno l’appuntamento con i Motus, che saranno presenti con Frankenstein (A Love Story). Una avventura che trae le prime gocce di linfa dal celebre romanzo di Mary Shelley e che vedrà in scena Silvia Calderoni

A chiudere l’edizione 2023 la lettura scenica di Non siete stati ancora sconfitti. Il testo è opera dello scrittore egiziano Alaa El-Fattah, figura di riferimento della Primavera Araba. Non mancherà il linguaggio della danza, tra gli spettacoli La Sacre du Printemps della compagnia Dewey Dell e S 62° 58’, W 60° 39’  della compagnia Belga Peeping Tom. Diversi i momenti anche per i Talk e per le proiezioni. Gli spazi all’interno dei quali il festival si muoverà saranno il Teatro Astra, La Fondazione Merz, il Teatro Bellarte, le Fonderie Limone, la Galleria Subalpina, il Museo Nazionale del Cinema, la Mediateca RAI e il Polo del ‘900.

Tanta l’attesa per questa ventottesima edizione. Aspettando il caldo “ottobre delle arti” non possiamo che sbirciare, di tanto in tanto, i canali social del Festival 

Michele Pecorino

Festival delle Colline Torinesi 28
Ideato da Associazione Festival delle Colline Torinesi
Realizzato da TPE – Teatro Piemonte Europa
In partnership con Fondazione Merz

In collaborazione con
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Fondazione Piemonte dal Vivo
Museo Nazionale del Cinema
Istoreto Torino
DAMS Torino

Sostenuto da
Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Città di Torino, 
Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT

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