E’ andato in scena il 15 novembre, a Racconigi al teatro SOMS insieme al Progetto Cantoregi, lo spettacolo di Marco D’Agostin con Marta Ciappina. Uno spettacolo che nel 2023 vince due premi UBU come migliore spettacolo di danza dell’anno e miglior performer. Il coreografo D’Agostin costruisce per la Ciappina un assolo che ci accompagna in un viaggio nella memoria, con l’evocazione di frammenti di vita della stessa artista e che in qualche modo appartengono ad un passato comune.
Lo spettacolo inizia mentre il pubblico entra in sala, il gesto della danzatrice è ripetitivo, preciso e scandisce un tempo e lo fa con un linguaggio contemporaneo e senza fronzoli, sganciandosi dalle regole della danza del Novecento. Achille Lauro con C’est la vie apre un tempo musicale dei ricordi che poi andrà a ritroso, la Ciappina non svela immediatamente ma ci fornisce degli indizi: un limone, due limoni, tre limoni… Ecco la filastrocca “sono andata al mercato e ho comprato un limone, due limoni…,” e man mano arriveranno altri oggetti ad aiutarci a ricordare con lei a ricostruire una memoria che sarà collettiva. Uno zainetto giallo dal quale usciranno altri oggetti che ci porteranno in quella che sarà una testimonianza di vita. Un telefono giallo, un paio di cuffie acustiche gialle, segnaposti gialli e parallelamente un superotto che posto su uno schermo in alto a destra dello spazio scenico ci suggerisce qualcosa in più e ci conduce a quei momenti di vita famigliare dell’artista.“La sua vita potrebbe essere raffigurata da due assi perpendicolari, su quello orizzontale tutto ciò che le è accaduto, ha visto, ascoltato in ogni istante, sul verticale soltanto qualche immagine, a sprofondare nella notte.” (A. Ernaux, Gli anni)
La biografia di Marta Ciappina passa per un autore come Marco D’Agostin, il quale si ispira al romanzo di A.Ernaux, ma il pubblico guarda e sente con il cuore della Ciappina, che con una lucida e meticolosa narrazione, quasi giornalistica, ci riporta e si riporta in quegli anni, quelli della tessera del Partito Comunista (di suo papà), gli anni Novanta degli 883 e a quelli segnati da un lutto prematuro, insensato, che le ha strappato la vita e che oggi può ricucire grazie alla sua danza.
In un’intervista l’artista dichiara“ Gli anni, lo spettacolo che Marco D’Agostin ha scritto per me : il corpo entra nel racconto e il racconto entra nel corpo senza riuscire a distinguere se ci sia un’origine o una foce comune.”
“Ero appassionatissima di tecnica Graham ma poi mi sono resa conto che la sua grammatica non avrebbe potuto forgiare dei corpi attuali, e dunque ho dovuto “tradirla” mio malgrado. Adesso, in quanto danzatrice, pedagoga e coach, posso dirti che quello che mi appassiona è il cambio di lenti nell’osservazione; indossare quelle giuste in base al contesto, o non usarle per nulla, come talvolta è richiesto quando si è interpreti“.
Gli Anni è uno spettacolo che resta, che ti fa pensare nei giorni a seguire, collegando a poco a poco i frammenti, gli sguardi e alla fine resta solo un rimpianto, quello di non averle dedicato una canzone, quella che lei ha chiesto coinvolgendo il pubblico guardandolo dritto negli occhi!
Alessandra Lai
MARCO D’AGOSTIN
GLI ANNI
vincitore premio ubu 2023_Miglior spettacolo di danza
con: Marta Ciappina
vincitore premio ubu 2023_Miglior performer
suono e grafica: Luca Scapellato
luci: Paolo Tizianel
conversazioni: Lisa Ferlazzo Natoli, Paolo Ruffini, Claudio Cirri
video editing: Alice Brazzit
costruzione elementi scenici: Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa promozione e cura: Damien Modolo
organizzazione: Eleonora Cavallo
amministrazione: Federica Giuliano, Irene Maiolin
produzione: VAN
Coproduzione: Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Fondazione CR Firenze; Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa; Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale; Festival Aperto – Fondazione I Teatri; Tanzhaus nrw, Düsseldorf; Snaporazverein. Sostegni: L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna; CSC/OperaEstate Festival Veneto. Con il supporto di: Istituto Italiano di Cultura di Colonia / MiC-Direzione Generale Spettacolo e Tanzhaus nrw, Düsseldorf, nell’ambito di NID international residencies programme.
–