Tutti gli articoli di Silvia Picerni

CON IL VOSTRO IRRIDENTE SILENZIO – FABRIZIO GIFUNI


Abbiamo visto al TPE – Teatro Astra lo spettacolo Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro di e con Fabrizio Gifuni.

L’attore porta in scena il frutto di uno studio intenso e personale sugli scritti di Aldo Moro. Gifuni ci consegna personalmente il suo invito a leggere questi documenti, affinché non consideriamo la morte di Aldo Moro un evento auto conclusivo. Nonostante per anni le sue lettere siano state definite la narrazione di un’Italia ormai passata, queste fungono da specchio in cui si scorge il riflesso di una nazione in quegli anni fragile, immobilizzata, dipendente da “suggerimenti esterni”. Molte delle questioni trattate nel memoriale sono evolute fino ad oggi e risultano estremamente attuali, come se profeticamente da lui ci fossero state anticipate.

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NON È VERO MA CI CREDO – ENZO DECARO, LEO MUSCATO

È andata in scena al Teatro Gioiello la duecentesima replica dello spettacolo Non è vero ma ci credo, celebre commedia di Peppino De Filippo, per la regia di Leo Muscato. Ad interpretare il protagonista, l’avaro Gervasio Savastano, Enzo Decaro. Ad accompagnarlo in questo progetto la compagnia che Decaro ha ereditato da Luigi De Filippo

Lo spettacolo è tanto comico quanto tragico. Da un lato vi è la narrazione dell’angoscia che si prova quando la vita scorre soffocata dal peso della superstizione, dall’altro il susseguirsi degli eventi giunge al paradosso provocando nello spettatore un riso amaro.

Nel personaggio di Savastano ciascuno riconosce le proprie piccole e grandi superstizioni, agli altri più o meno dichiarate. C’è un senso di sollievo nel sentirsi meno superstiziosi di Savastano e allo stesso tempo ci si ammonisce per le volte in cui ha preso il sopravvento in noi qualche strana fisima.

La scenografia di Luigi Ferrigno ci propone un ambiente in trasformazione ma pur sempre riconoscibile. Persiste un elemento, ossia l’ombrello, forse a simboleggiare la necessità del protagonista di sentirsi sempre pronto a rispondere all’imprevisto. Molti oggetti di scena sono amuleti e rimedi al malaugurio. Questi dialogano continuamente con i personaggi che se ne servono in sequenze ripetute e con un ritmo sempre più incalzante. Le luci di Pietro Sperduti scandiscono l’accadere dello spettacolo, il mutarsi delle situazioni.

Una svolta decisiva si ha con l’arrivo di Sammaria, interpretato da Roberto Fiorentino. Il personaggio, per una sua particolare caratteristica fisica vedrà attribuirsi da Savastano grandi poteri e capacità. La vicenda ci ricorda che non basta credere per sapere, bisogna spesso abbandonare le proprie convinzioni per poter guardare lucidamente la realtà ed apprezzarla per quel che è, o coraggiosamente cambiarla.

Il testo è recitato in lingua italiana con una leggera inflessione napoletana, così come previsto originariamente dall’autore. Peppino era solito lavorare con compagnie di giro ed abbracciare nelle sue tournée un pubblico piuttosto vasto. Pur avendo calato la situazione nella Napoli degli anni Ottanta si evince coerenza con il materiale originario. Il risultato è uno spettacolo gradevole e coinvolgente.

Silvia Picerni

Di: Peppino De Filippo

Scene: Luigi Ferrigno

Costumi: Chicca Ruocco

Disegno luci: Pietro Sperduti

Regia: Leo Muscato

E con (in o.a.): Mario Cangiano, Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, Gina Perna, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone

Produzione: I Due della Città del Sole

LA LOCANDIERA – ANTONIO LATELLA

Al Teatro Carignano è andato in scena lo spettacolo La Locandiera, con Sonia Bergamasco, regia di Antonio Latella.

Lo spazio della scena, pur occupato da una scenografia fissa, rende l’idea della locanda in tutte le sue declinazioni: luogo d’incontro e conversazione ma anche di ristoro ed intimità.

In alto sono posti dei neon, e la sensazione è quasi di trovarsi in un laboratorio. Lo spettatore è forse chiamato ad osservare un esperimento.

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IL MOSTRO DI BELINDA – CHIARA GUIDI E VITO MATERA

È andato in scena, alla Casa del Teatro ragazzi e giovani, Il mostro di Belinda di Chiara Guidi e Vito Matera nell’ambito del progetto Tra infanzia e voce, realizzato insieme all’Università di Torino. Lo spettatore prende inconsapevolmente posto in uno spazio che poi, con l’inizio dello spettacolo, si trasformerà nella casa della Bestia.

Lo studio sulla voce operato da Chiara Guidi ci è evidente sin dai primi istanti: voce e testo ci invitano a “sentire”. In questo, la vista e gli altri sensi, sono inizialmente esclusi.

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IL RISVEGLIO – COMPAGNIA PIPPO DELBONO

Al teatro Astra è andato in scena, tra qualche contestazione, lo spettacolo Il risveglio di e con Pippo Delbono e la sua Compagnia.

L’attore comincia parlando di sé, di alcuni momenti della sua vita e della sua giovinezza.

Racconta di un amore che l’ha provato nella salute del corpo e della mente, tracciando un percorso che introduce il pubblico allo spettacolo vero e proprio.

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HANNAH – SERGIO ARIOTTI

Nella Sala Pasolini del Teatro Gobetti è andato in scena lo spettacolo Hannah.

Il monologo, che vede la drammaturgia di Sergio Ariotti, è interpretato da Francesca Cutolo. L’intento è quello di raccontare la storia di Hannah Arendt, filosofa e politologa tedesca che ha concentrato i suoi studi sui meccanismi dei totalitarismi, risalendo alle cause ed evidenziando le conseguenze di certi eventi storici.

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