Lo spettacolo inizia con tre performers sul palco, il volto nascosto da una scatola che funge da maschera. Non hanno un nome ma vengono identificati come giocatore uno, due e tre; il pubblico ricopre il ruolo del quarto giocatore, l’osservatore.
Continua la lettura di IO MOSTRO, TU MOSTRI – COLLETTIVO C.R.A.C.Archivi categoria: Danza
HANDLE WITH CARE – FUNA
Archivio emotivo di memorie mai vissute
Nell’ambito della seconda edizione del Nice Festival Torino, con una fitta programmazione durante l’intero mese di dicembre, è andata in scena la prima nazionale dello spettacolo Handle with care del collettivo femminile FUNA presso il Café Müller, teatro polivalente nel centro di Torino. Il festival propone una selezione di lavori di artisti e compagnie di calibro internazionale che spaziano dal circo al teatro, fino alla danza e alla musica dal vivo. Il tema di quest’anno è quello dell’identità e delle differenze, che trova nel circo contemporaneo la massima espressione dell’autenticità: concetto molto presente nella ricerca di FUNA. Il collettivo, nato a Napoli nel 2018, si muove tra la danza e il circo contemporaneo, le discipline aeree, la danza verticale e il teatro fisico al fine di ampliare i confini espressivi nel rapporto tra corpo, voce e spazio. Le performance sono spesso concepite per spazi scenici non convenzionali e outdoor come musei, luoghi pubblici, aree ex-industriali.
Dal dialogo con le tre coreografe ed interpreti Maria Anzivino, Ginevra Cecere e Viola Russo, è emerso che questo primo studio è stato concepito e pensato come un site specific per gli spazi del Café Müller a seguito di un problema tecnico che ha ostacolato la messa in scena del progetto precedentemente proposto.
Continua la lettura di HANDLE WITH CARE – FUNA“Avevamo immaginato di portare tutt’altro, una carrucola umana a una corda in tre, ma trovate nello spazio abbiamo capito che non era realizzabile e ci siamo reinventate facendoci ispirare dallo spazio” (Ginevra Cecere)
PAUSE/SOLARIS – DORIANA CREMA & FILO D’ARIA – RAFFAELLA GIORDANO
Un luogo maestoso, affrescato in ogni centimetro, flora e fauna soggetti protagonisti di ogni sua stanza. La Palazzina di caccia di Stupinigi, spazio scelto da La Piattaforma – La nuova città per festeggiare i vent’anni di attività, è stato abitato da sabato 21 a domenica 29 ottobre in maniera extra-ordinaria da molte comunità. F E S T E, questo il nome del Festival, ha visto realizzarsi un ricco programma di performance e laboratori di danza di comunità attraversati dal tema comune del rapporto tra arte e natura, danza ed ecologia.
In particolare, sabato 28 e domenica 29 ottobre il Salone d’onore della Palazzina ha ospitato due performance interessanti, rispettivamente PAUSE / SOLARIS a cura di Doriana Crema e FILO D’ARIA a cura di Raffaella Giordano. Accomunati dalla presenza di danzatori professionisti e non, i due gruppi hanno però alle spalle percorsi molto diversi che hanno portato a risultati altrettanto peculiari.
Pause è innanzitutto un laboratorio stabile curato da Doriana Crema a Torino attraverso il quale propone pratiche di danza per professionisti e non, finalizzate al lavoro sulla percezione e sulla consapevolezza del sé corporeo, in relazione agli altri e allo spazio. Chiamati a condividere i processi interni al laboratorio con un pubblico, tredici donne e uomini, di età differenti, danzano nello spazio accompagnati da musica classica ed elettronica eseguita dal vivo. Solaris – secondo nome della performance – è infatti il concerto di Giorgio Li Calzi e Manuel Zigante, rispettivamente alla tromba e al violoncello, che grazie a F E S T E incontra la comunità danzante e si trasforma in ascolto con essa.
“Tutti possiamo danzare” afferma nell’intervista la coreografa e il messaggio emerge subito. All’inizio i danzatori si confondono seduti tra gli spettatori, come a voler sottolineare che non ci sono distinzioni. Il coinvolgimento del pubblico risponde all’esigenza di Doriana di esprimere l’appartenenza della danza come modalità espressiva all’umanità intera. L’apice di questo processo viene raggiunto quando gli interpreti si avvicinano agli spettatori e uno alla volta, gentilmente, li invitano ad entrare nello spazio e a danzare.
Le sedie dei performer, inizialmente fra il pubblico e poi portate dentro la scena, sono come una base a cui tornare, il punto di partenza e di arrivo di continui attraversamenti dello spazio. Uno spazio, ora quadrato ora circolare, che è segnato da diagonali interne e linee di viali esterni che collegano la Palazzina alla città, visibili attraverso le ampie finestre. La possibilità di fruire della perfomance da tutti i lati della Sala rende l’azione ancora più rituale ed immersiva. Lo spettatore vede i performer ma anche il pubblico seduto sugli altri lati, quasi a confondersi con la comunità danzante. I raggi di sole che fendono i vetri e si proiettano sul pavimento, la maestosità dell’architettura e degli arredamenti contribuiscono notevolmente a rendere la performance ancora più suggestiva. Gli abiti dalle forme e dai colori neutri (per lo più sui toni del beige e del marrone) alleggeriscono la scena. La qualità del movimento contraddistingue ogni danzatore e danzatrice e la loro presenza consapevole nello spazio gli permette di entrare in dialogo e dar vita a incontri nutrienti e trasformativi. Un forte ascolto interno al gruppo restituisce la sensazione di essere di fronte a un processo in atto da tempo.
Filo d’aria nasce invece grazie a una call per cittadini, pensata proprio in occasione di F E S T E, invitati a partecipare a un periodo di residenza artistica curata da Raffaella Giordano, danzatrice, coreografa e direttrice della compagnia Sosta Palmizi. Una neo-comunità di giovani e adulti che, in due settimane circa, ha esplorato i temi della danza e dell’ecologia e ha composto una performance per restituire al pubblico la ricerca affrontata. La domanda di partenza è stata: “è possibile che la danza trasformi la nostra relazione con la natura?”. Si presentano otto performer, in abiti quotidiani, che abitano il Salone d’onore della Palazzina immergendosi in un’esplorazione individuale del movimento punteggiata da “convocazioni” di gruppo, come le ha definite Raffaella, utili a scandire la struttura drammaturgica. La musica, curata dalla stessa Raffaella Giordano con l’ausilio di Lorenzo Brusci e l’esecuzione tecnica di Aldo Rendina, ha sostenuto i danzatori nella creazione di un’atmosfera a tratti inquietante a tratti poetica. È forte la potenza immaginativa suscitata dall’unione di musica, architettura e corpi in movimento, dall’espressività dei volti e dalla forza comunicativa delle azioni. È un gesto quotidiano, un movimento nello spazio che tende al contatto con il pubblico. Anche in questo caso la comunità danzante entra nello spazio camminando tra gli spettatori, confondendosi con essi. C’è un tentativo forte di comunicare con chi guarda: persino un pezzetto di carta diventa pretesto per sostare in un dialogo tra sguardi. Si percepisce la necessità di lasciare un messaggio, ora scritto compulsivamente sul pavimento come si fa sulla sabbia, ora raccontato attraverso i gesti, il contatto visivo. L’architettura e la geometria degli spazi permettono al gruppo sul finale di incamminarsi tutti in una direzione e sparire quasi completamente dentro a uno dei corridoi che si sviluppano a raggera e che conducono dalla Sala alle altre stanze della Palazzina. Per Raffaella è un processo aperto, che non pretende ancora di arrivare a una conclusione. Questa prematurità arriva e lascia il desiderio di voler vedere altro.
PAUSE/SOLARIS
Performance a cura di Doriana Crema
Interpretazione Partecipanti del laboratorio PAUSE – Ornella Obrero, Fabio Castello, Giorgio Colombero, Petra Comaschi, Rita Fabris, Gisella Patrizia Finocchio, Eugenia Gaglianone, Sara Girardo, Alessandra Lai, Sabrina Marsili, Elena Pugliese, Raffaella Tomellini, Veronique Torgue, Alessandra Trevisan
Musiche di Giorgio Li Calzi, Manuel Zigante
FILO D’ARIA
Gesto coreografico a cura di Raffaella Giordano
Interpretazione Comunità estemporanea di cittadinanza artistica
Paesaggio sonoro a cura di Raffaella Giordano, Lorenzo Brusci
Esecuzione tecnica musicale Aldo Rendina
Fotografie di Andrea Macchia
CECITÀ – VIRGILIO SIENI
Quando si entra a teatro, solitamente, è prassi comune svolgere un certo tipo di rituale comportamentale: guardarsi un po’ intorno per cercare il proprio posto, poi scrutare qua e là tra la baraonda di persone alla ricerca di qualche faccia amica con cui scambiare una chiacchiera e infine entrare in maniera più o meno unanime in uno stato di chiara attesa, che coglie ognuno in modi inaspettati e diversi ma che pone quasi sempre le persone di fronte ad un sipario, nero e ben tirato. E a meno che non si abbia letto il libretto di sala o si abbia visto il trailer su YouTube, non ci si aspetta nulla. Il sipario nero ti conferma un non detto, lo sguardo comincia la sua esperienza teatrale in modalità neutra.
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Lo scorso 24 ottobre Torino Danza Festival, in convenzione con il Festival delle Colline Torinesi, ha ospitato alle Fonderie Limone di Moncalieri la prima nazionale della nuova produzione della compagnia belga di teatro danza Peeping Tom diretta da Gabriela Carrizo e Franck Chartier.
La compagnia è famosa in tutto il mondo per i suoi spettacoli altamente provocatori e complessi e “S 62° 58’, W 60° 39’” non è da meno, per questo abbiamo deciso di provare a restituire un doppio punto di vista riportando due recensioni scritte rispettivamente da Graziana Distefano e Mirella Oliveri.
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Honoring diversities
Con Antonella Bertoni e Patrizia Birolo
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Conferenza stampa prima edizione
Lunedì 26 giugno 2023 presso lo spazio Dilà, è stato presentato il programma della prima edizione di Underline_Avamps7i Culturali. Un festival organizzato interamente da under 25 e che abbraccerà la città di Torino dal 7 al 9 luglio 2023. I luoghi interessati sono Casa Fools, Cecchi Point – Casa del quartiere di Aurora, Cubo Teatro – Off Topic, Corso Farini, Viale Ottavio Mai e il Giardino Pellegrino.
Continua la lettura di UNDERLINE_AVAMPOS7I CULTURALIRIEMERSIONI PALERMITANE: UN’ULTIMA SERA A CONFORMAZIONI 2023.
SCIARA GENESI – SALVATORE ROMANIA & LAURA ODIERNA; ROSSO – DANILO SMEDILE
«Pure, durante le belle notti d’estate, le stelle splendevano lucenti anche sulla sciàra, e la campagna circostante era nera anch’essa, come la lava» Giovanni Verga, Rosso Malpelo, Tutte le novelle, Torino, Einaudi, 2015
Gli spirti umidi e frizzanti di una primavera ancora agli albori hanno avvolto la serata finale della settima edizione del Festival Conformazioni che quest’anno ha ammaliato Palermo dal 21 al 30 aprile 2023. A concludere la Kermesse di danza contemporanea, diretta dal Coreografo e danzatore Giuseppe Muscarello, due lavori imperniati su un rapporto intimo con il territorio di provenienza: la Sicilia. A fare da sfondo è lo Spazio Franco presso i Cantieri Culturali alla Zisa.
Continua la lettura di RIEMERSIONI PALERMITANE: UN’ULTIMA SERA A CONFORMAZIONI 2023.Lazarus – David Bowie, Enda Walsh, tradotto e diretto da Valter Malosti
Lazarus, nella sua versione italiana tradotta e diretta da Valter Malosti, in scena al Teatro Carignano dal 6 al 18 Giugno, è un’opera scritta da David Bowie e Enda Walsh.
Ispirato al libro The Man who fell to Earth di Walter Tevis e all’omonimo film in cui Bowie interpreta l’alieno Newton, lo spettacolo continua a raccontarci la storia di Newton da dove l’avevamo lasciata. Nonostante non appartenga a questo Mondo, egli rimane prigioniero senza poter tornare al pianeta che lui chiama casa. Incapace di vivere, non riesce nemmeno a morire. Un immortale senza spirito vitale.
Continua la lettura di Lazarus – David Bowie, Enda Walsh, tradotto e diretto da Valter MalostiLAZARUS SERIAL VERSION – INDOOR EDITION
È la sera del 28 aprile 2023. Sotto le fronde degli alberi, che adornano a tratti le strade che si stagliano tra gli spazi dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, capannelli di spettatori attendono di poter accedere allo Spazio Tre Navate. In programma la prima siciliana di Lazarus Serial Version Indoor edition, il lavoro firmato dal coreografo Giulio De Leo e facente parte del ricco calendario del Festival Conformazioni 2023. I convenevoli tra gli astanti in attesa si susseguono, fin quando le porte del teatro non si aprono.
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