Una passeggiata in un pianeta deserto, un incontro con l’altro da sé e con il sé più profondo, la scoperta di tracce che sono rimaste come testimonianza di una storia passata, come lascito per reinventare il presente.
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WHITE OUT – LA CONQUISTA DELL’INUTILE DI PIERGIORGIO MILANO
“White Out è l’omaggio a tutti gli alpinisti che sono spariti, o che scelgono il rischio di sparire, nel bianco senza fine delle altezze. I conquistatori dell’inutile.”
Giovedì 31 marzo 2022 la stagione Palcoscenico Danza di TPE ha ospitato al Teatro Astra l’ultima data torinese, dopo un intenso percorso a tre anni dal debutto nazionale, di White Out – la conquista dell’inutile di Piergiorgio Milano. Ad accoglierlo il tutto esaurito in sala e un pubblico che attende frizzante l’inizio dello spettacolo. La scena, invece, all’opposto della platea, è vuota e silenziosa, ricoperta soltanto da un lieve strato di neve; un vuoto che sembra prepararsi, come a prendere la rincorsa, ad esplodere in tutta la sua affascinante forza solitaria. Durante i sessanta minuti seguenti, infatti, il pubblico verrà trasportato sulla vetta di una montagna a 7000 metri di altitudine. Non si vedrà davvero una montagna in scena, ma il freddo, il rumore del vento, una solitudine bianca e la paura, andranno ad abitare l’immensità di uno spazio senza coordinate precise, dove l’aspirazione a scalare una vetta sarà l’unico obiettivo certo. Quale sarà la forma – reale o immaginaria – di questa vetta, cambierà a seconda dello sguardo. Ma questo non è ciò che conta veramente, come non è fondamentale domandarsi chi resterà vivo, oppure no, al termine della spedizione. La lanterna che illumina questa storia di moltitudini sarà la determinazione che spinge l’uomo a tenere salda la fune, sospesa nel vuoto, per compiere gli ultimi passi di una parete invisibile, e giungere, infine, alla conquista della propria – inutile – vetta.
Continua la lettura di WHITE OUT – LA CONQUISTA DELL’INUTILE DI PIERGIORGIO MILANOSlava’s Snowshow – Solo Animali da Palcoscenico
Per la terza volta, il teatro Bellini di Napoli ha ospitato lo spettacolo Slava’s Snowshow con la regia di Viktor Kramer e Slava Polunin riuscendo ancora a far sognare grandi e piccini.
Con una scenografia semplice fatta di stelle, costumi buffi, trucco appariscente e trovate tecnico-artistiche geniali, Slava e i suoi clown accompagnano il pubblico in un viaggio poetico, malinconico ed emozionante, trasformando il teatro in un luogo sorprendete.
Ma chi è Slava?
Nato in una piccola città russa, trascorre l’infanzia a stretto contatto con la natura sviluppando una grande creatività. Inizia il suo percorso di clown a Salisburgo che lo porterà a studiare mimo e a cambiare la figura del clown del XXI secolo; una figura non più legata al circo ma libera e teatrale.
Lo spettacolo è anarchico come anarchici sono tutti i clown che si muovono sul palco e tra il pubblico. Tutto è possibile: può piovere, nevicare, ci si può trovare incatenati in una gigantesca ragnatela o in mezzo a una bufera, si possono smarrire oggetti o trovarsi in una spa.
Quello che fa Slava è spostare la quarta parete, quella parete immaginaria, che divide il pubblico dagli attori, creando un muro protettivo tra il teatro Bellini, luogo per due ore fantastico e il resto del mondo.
Il grammelot, con intercalari partenopei, è l’unico momento in cui il clown interrompe una musica narrativa, sempre presente. Una musica che accompagna movimenti precisi e silenziosi, ritmati e ben incastrati nello spazio scenico, ricordando il lavoro pantomimico portato avanti da due dei grandi artisti che lo hanno ispirato: Charlie Chaplin e Marcel Marceau.
La tenerezza, la semplicità e la fisicità di Slava coinvolgono tutto il pubblico. Il clown con la sua tragicommedia e travolgenza conquista tutti: dai più piccoli ai più grandi. Un pubblico in balia della follia dei clowns, un pubblico che deve sapersi divertire lasciandosi andare, dimenticandosi della propria età e che forse deve avere un po’ di pazienza.
Sembra non esserci una narrazione in Slava’s Snowshow per cui la forza dello spettacolo non va trovata nella storia, ma nelle emozioni, nelle sensazioni e nello stupore che le trovate artistiche e la presenza fisica dei clown, suscitano. Tutto è fuori dalle convenzioni e per un attimo non si comprende se si è pagato un biglietto per uno spettacolo teatrale o circense, se si è adulti o bambini o se si è fuori luogo, perché non si sono portati i nipotini a seguito. Ma una cosa è certa, l’esperimento di Slava riesce solo se ci si ricorda che si è stati bambini, tutti.
La tournée, per chi non volesse perderla, approderà a Bergamo e a Bologna rispettivamente a febbraio e a marzo.
È consigliato portare il bambino che è in ogni adulto; magari senza essere passati prima dal parrucchiere e non indossando quella giacca di camoscio che tanto ci piace.