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STAFF ONLY. I MESTIERI DEL TEATRO

Siete sicuri di conoscere l’intero processo di realizzazione di uno spettacolo teatrale? E ciò che avviene dietro le quinte? Ma soprattutto: vi siete mai chiesti che cosa potrebbe accadere dopo l’uscita del pubblico? Staff Only. I mestieri del teatro, in scena al Teatro Carignano dal 17 luglio al 1 agosto 2021, cerca di rispondere a queste domande in modo semplice e divertente. 

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Scene di violenza coniugale. Atto finale

E’ in scena fino al 31 gennaio 2020 presso la Galleria d’Arte Franco Noero, in Piazza Carignano 2, a Torino, per la stagione del Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, SCENE DI VIOLENZA CONIUGALE. ATTO FINALE del drammaturgo franco-inglese Gérard Watkins, nella traduzione di Monica Capuani, con la regia di Elena Serra.

Gli attori e i personaggi: Roberto Corradino (Pascal Frontin), Clio Cipolletta (Annie Bardel), Aron Tewelde (Liam Merinol), Annamaria Troisi (Rachida Hammad) e Elena Serra (Agnes Pertuis).

La regista mette in scena la Debolezza, e lo fa affinché lo spettatore arrivi a percepire sia quella dei personaggi che di se stesso.

Il luogo (una sala all’interno della Galleria) e il numero e la disposizione del pubblico (quaranta spettatori seduti in circolo attorno alla scena) sono funzionali alla catarsi personaggi-spettatori.

La storia si svolge in un appartamento di Parigi in cui si incrociano le vicende di due coppie di diverse estrazioni sociali: Liam, ex bullo di periferia in cerca di riscatto, e Rachida che cerca di sfuggire al clima soffocante della sua famiglia; Annie, ragazza madre in cerca di lavoro, e Pascal, fotografo radical chic. Destini paralleli che si incontrano casualmente nelle stanze dell’appartamento – che entrambe le coppie si trovano contemporaneamente a visitare con la “regia” dell’agente immobiliare, interpretata proprio da Elena Serra – e finiscono per combaciare nella spirale di violenza che, via via, trascina i protagonisti nelle profondità del dramma.

Se non vista “di pancia”, attraverso cioè il cliché della violenza di genere e il sottocliché della violenza di genere donna-vittima e uomo-carnefice, la vicenda pone in evidenza l’inesistenza di buoni e cattivi in cui il discorso di genere fortunatamente declina fino ad annullarsi e diventare sfondo per la riflessione sulla Debolezza, sia implicitamente nel corso della narrazione e nella definizione dei personaggi sia, esplicitamente, nel finale in cui Liam, Rachida, Annie e Pascal confessano, singolarmente, i motivi sociali e psicologici dei loro comportamenti che hanno portato all’escalation di violenza.

I cambi di scena tra la vita delle singole coppie sono scanditi dal suono di una campana. A mano a mano che la narrazione e la violenza e brutalità (mai mostrate nel compimento fisico se non attraverso un sapiente e potente utilizzo delle voci fuori scena) avanzano, i personaggi cominciano a condividere la scena, senza mai sfiorarsi, evidenziando così una vicinanza ideale fino al finale in cui dal dramma di coppie si passa alle debolezze di singoli e in cui si «mettono sotto la lente di ingrandimento i processi mentali e comportamentali di vittima e carnefice», secondo le parole del drammaturgo Gérard Watkins, autore del testo.

L’appartamento diventa metaforicamente una gabbia all’interno della quale sia i carnefici sia le vittime finiscono per rimanere schiacciati dagli effetti della loro Debolezza. Watkins costruisce un ingranaggio teatrale millimetrico, riportando i percorsi mentali dei quattro protagonisti.

La regia è concentrata anche sugli aspetti inespressi del testo, ovvero quelli che coinvolgono il ruolo e le reazioni del pubblico, perché se è forse scontato il comportamento delle vittime e dei carnefici lo è assai meno quello dei testimoni. La domanda fondamentale diventa quindi “che cosa faccio io di fronte a tutto questo?” Elena Serra tenta di riconoscere nello spettatore la potenziale risorsa di salvezza, negata però dalla consapevolezza, dello spettatore stesso, che alla fine, il sipario si chiude e che, forse, la salvezza non può che essere racchiusa, essa stessa, nella gabbia della finzione teatrale e, dunque, solamente rappresentata.

Galleria d’Arte Franco Noero | Piazza Carignano 2 | Torino

20-31 gennaio 2020

Prima nazionale

SCENE DI VIOLENZA CONIUGALE. ATTO FINALE

di Gérard Watkins

traduzione Monica Capuani

regia Elena Serra

in scena Roberto Corradino, Clio Cipolletta, Aron Tewelde, Annamaria Troisi e Elena Serra

spazio scenico Jacopo Valsania | progetto sonoro Alessio Foglia

produzioneTeatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale /Teatro di Dioniso /PAV con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe – Beyond Borders