“Odi et Amo”. Ti odio e ti amo scriveva Catullo, due sentimenti contrastanti, che mettono, però, radici nello stesso terreno, si scoprono complementari, come le facce di una stessa medaglia, si fondono e si saldano. Proprio come, nel titolo dello spettacolo, i vocaboli francesi “haine” odio e “aimer” amare, si uniscono a formare l’inesistente verbo “haime”. Inesistente solo sul vocabolario, ma assai presente e concreto nella vita di relazione. Il carme prosegue, nella traduzione di Salvatore Quasimodo “Forse chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così e mi tormento”. A questo rispondono i corpi dei due danzatori in scena. Corpi tecnicamente impeccabili, che ricamano la narrazione legando tecnica di danza contemporanea, contact e una solida formazione teatrale. Continua la lettura di JE TE HAIME. Teatrodanza che racconta