Il 18 e 19 febbraio, presso il CuboTeatro e all’interno della stagione treatrale Schegge In 2016/17, la compagnia Teatro Presente ha portato in scena Il vecchio principe, candidato al “Premio Teatro del Mundo 2013” di Buenos Aires come Miglior Spettacolo Straniero.
In un spazio scenico vuoto e circondato da pareti nere, dopo che il pubblico si è seduto, i tre attori attendono il massimi silenzio per poi presentarsi come Antoine, il Principe e il Vecchio. Questi tre attori ci racconteranno la storia de Il vecchio Principe attraverso dialoghi, un grande uso del linguaggio corporeo e pochi oggetti scenici, inseriti di volta in volta durante lo spettacolo.
Il testo si rifà al racconto Il piccolo principe ma con protagonista un anziano altrettanto bizzarro e innocente quanto il bambino che conosciamo dalla storia originale . Questo anziano ci viene presentato solo come il Vecchio ed è ricoverato in un ospedale geriatrico. Di lui si occupa un giovane infermiere che lentamente viene addomesticato e che piano piano si lascerà trasportare dalla vivacità del Vecchio.
Antoine desiderava fare il pittore ma la sua fantasia è smisurata, al posto di cappelli vedeva serpenti che inghiottono elefanti e per questo abbandona l’idea di fare l’artista per un lavoro più concreto, ovvero l’infermiere. Sapendo della passione per l’arte e la grandissima immaginazione di Antoine, il Vecchio gli chiede di disegnargli una pecora tutta per sé. Possibilmente una pecora giovane e felice. Antoine gli disegna una pecora che è talmente piccola da non vedersi sul foglio e il Vecchio ne è entusiasta: è proprio ciò che voleva lui.
Il Vecchio racconta di essere venuto da un pianeta tutto suo, dove poteva guardare tutti i tramonti che voleva spostando poco più in là la sedia, in cui doveva pulire i crateri dei vulcani ed estirpare le radici dei terribili baobab. Proprio mentre si dedicava al giardinaggio aveva notato la crescita di una nuova pianta, molto diversa dai baobab. Davanti agli occhi increduli del Vecchio stava sbocciando una rosa vanitosa e bisognosa di attenzioni. Ne rimane subito affascinato e le dedica tutto il suo tempo, attribuendole un grande valore e facendola diventare la sua rosa.
Ma questa rosa è troppo capricciosa, vuole stare al riparo sotto una teca per non prendere freddo, si lamenta di qualsiasi cosa e il Vecchio, stufo di non vederla mai contenta, decide di abbandonarla e andarsene dal suo pianeta.
Mentre il Vecchio ci racconta tutto ciò, sul palco si crea come una seconda dimensione, quella del ricordo e del suo pianeta, dove vediamo la rosa effettivamente parlargli. Intanto Antoine nella stanza dell’ospedale cerca di farlo ritornare alla ragione dicendogli che sono stati i suoi parenti a farlo ricoverare, che non arriva da nessun pianeta e di prepararsi alle visite.
A fare visita al Vecchio sono la direttrice dell’ospedale, una donna vanitosa che vuole farsi applaudire e che dà ordini a tutti – persino alle sue stesse gambe -, una parente che parla solo di affari e non ha un minuto per il Vecchio, un ubriacone che beve per dimenticare la vergogna di bere e un lampionaio che deve accendere e spegnere il lampione di continuo.
Il Vecchio non riceve attenzioni né dai parenti né dai dottori. In realtà l’unica persona che gli è realmente vicina è Antoine. Tra loro si è creato un rapporto di abitudine e quotidianità ma anche di affetto, al Vecchio rincuora sapere che ad una certa ora Antoine verrà a dargli le medicine, che gli rifarà il letto e gli dedicherà qualche minuto del suo tempo per chiacchierare. Pur avendo questo amico, il Vecchio non smette di pensare alla sua rosa e una sera, malato e con la febbre, saluta Antoine dicendo che sta per tornare al suo pianeta.
La compagnia Teatro Presente ha portato in scena uno spettacolo che ci ricorda quanto sia importante dare attenzione alle persone care, soprattutto agli anziani che tendiamo ad allontanare quando raggiungono una certa età e tornano a comportarsi come bimbi. Il piccolo principe con leggerezza riesce a trasmettere insegnamenti importanti e questi si rispecchiano anche nel testo scritto da César Bie, che è riuscito a mantenere lo stile dell’opera originale rendendo alcuni passaggi in scena particolarmente gioiosi, anche grazie alla musica di Chango Spasiuk, ma sempre offrendoci uno spettacolo capace di far riflettere.
Andreea Hutanu
Foto di Bruno Garetto
Il vecchio principe
Testo e regia di César Brie
Con Manuela De Meo, Daniele Cavone Felicioni, Pietro Traldi
Musiche Chango Spasiuk
Costumi Anna Cavaliere
Produzione Teatro Presente / ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
Uno spettacolo di Teatro Presente