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CONCERTO FETIDO SU 4 ZAMPE – ALICE E DAVIDE SINIGAGLIA

Ragionare per schematizzazioni, per distinzioni in tipologie, è sempre pericoloso. Quando ad essere indagati sono i fenomeni spettacolari, lo è in modo particolare. Si rischia di semplificare e irrigidire, sul piano della riflessione teorica, qualcosa che nella sua realizzazione, nella sua vita scenica, è molto più complesso. Tuttavia, tratteggiare le caratteristiche di un “certo tipo” di spettacoli – in cui collocare un certo tipo di postura artistica – può essere utile a riconoscere, per antitesi, anche un altro tipo di proposte (qui l’alterità sta nella contraddizione di certe modalità “anestetizzanti”, quelle delle pose e degli ammiccamenti, quelle depurate dal torpiloquio, quelle guidate da un discutibile “buon senso”).

Nel temperamento di Alice e Davide Sinigaglia c’è l’eco ribelle e parodica di un tipo di artisti poco educati e poco composti – nell’accezione mortale che questi termini assumono in un contesto artistico – che hanno agito, e che agiscono, al di là della zona tiepida e rassicurante del linguaggio. 

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UNA COSA ENORME – FABIANA IACOZZILLI

Nel profondo silenzio amniotico

In una fresca serata di fine novembre il palco dell’Off topic s’irradia di fasci di luce caravaggeschi; riecheggia il suono del silenzio, punteggiato da rumori di vita quotidiana e sentimenti sinceri.
Cinquanta minuti di puro teatro fisico ripulito dalla parola, tuttavia mai stonata nei suoi sporadici interventi, vengono sostenuti da una prova d’attore eccezionale. Lo spettatore è agganciato alla scena in continua attesa di quel che accadrà, coinvolto in un flusso continuo di occasioni per riflettere.
Fabiana Iacozzilli dipinge delle vere e proprie immagini in movimento animate da Marta Meneghetti e Roberto Montosi, due interpreti trasparenti e luminosi che si consegnano al pubblico con onestà. È a partire dalla stessa carne dei performer che scaturisce un’emotività mai sovradimensionata, in una lucida operazione di cruda realtà.
Al contrario l’allestimento metonimico ingigantisce ed enfatizza alcuni elementi della scenografia, rendendoli nella loro sproporzione portatori di un forte significante.
Così, a una dimensione genuina e sensistica della recitazione si contrappone una messa in scena iperbolica e icastica.

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HOTEL BORGES – PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA

Finalmente l’Attore!

Piccola Compagnia della Magnolia firma un lavoro vivo, a tratti anarchico, che anziché precisarsi macchinosamente si manifesta come urgenza artistica. A partire da una necessità espressiva la Compagnia edifica la sua creazione. Finalmente il Teatro! Neanche un accenno di intellettualismo o falsi manierismi. È presenza vissuta, essenziale e libera da abbellimenti. Tutto rifugge la menzogna. 

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